19 aprile 2024
Aggiornato 07:30

Campania: Nas scopre giro ricettazione alimenti e farmaci

I reati contestati sono associazione per delinquere, rapina aggravata, porto e detenzione abusiva di armi, sequestro di persona e ricettazione

NAPOLI - Una vera e propria organizzazione a delinquere, dove ognuno aveva i propri compiti, per rubare e poi smistare sul mercato merce di ogni tipo. Le indagini dei carabinieri del Nas di Napoli, coordinate dalla Procura della Repubblica partenopea, hanno ricostruito l'intero scenario delittuoso portando all'esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare, cinque delle quali notificate a persone già detenute per altri reati e una ai domiciliari.

I reati contestati sono associazione per delinquere, rapina aggravata, porto e detenzione abusiva di armi, sequestro di persona e ricettazione. L'attività investigativa ha consentito di accertare l'esistenza di diverse organizzazioni criminali che, attraverso furti e rapine, si procuravano merce di vario genere: alimenti, abiti, prodotti farmaceutici e per l'igiene, pezzi di ricambio per auto ed altro. Organizzazioni che operavano in tutto il territorio nazionale grazie anche alla presenza, nelle varie regioni italiane, di basisti, in particolare compiacenti autotrasportatori e addetti alla vigilanza dei depositi. A questi gruppi criminali se ne affiancavano altri, il cui scopo principale era 'piazzare' le merci illecitamente procacciate.

«La grande capacità e versatilità dei ricettatori consentiva - scrive il procuratore aggiunto Francesco Greco - l'immissione sul mercato regolare di enormi quantità di ogni genere di merci di provenienza delittuosa, cedute ai rivenditori finali con uno sconto pari al 50-60% del loro valore». Le rapine erano effettuate in base a un'attenta programmazione anche sulla conoscenza diretta dei depositi oppure degli autotrasportatori da assaltare e sulle precise informazioni fornite dai basisti che davano notizie in anticipo sulla natura della merce stoccata o trasportata e su eventuali sistemi di allarme installati nei depositi o sui veicoli.

Per tutti un unico modus operandi. I rapinatori, infatti, per impossessarsi del veicolo e del carico minacciavano con le armi gli autisti che poi venivano legati e imbavagliati fino a quando il carico e il veicolo rapinati non erano stati occultati. E' stato, inoltre, accertato che i rapinatori, in più occasioni, avevano fatto uso di sofisticati sistemi di interdizione delle frequenze radio attraverso i quali riuscivano a isolare il mezzo, seppur coperto da allarme satellitare, creando una zona d'ombra in grado di evitare la trasmissione del segnale di allarme alla centrale operativa. Le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di alcuni autotrasportatori che denunciavano falsamente alle forze dell'ordine di aver subito la rapina del tir e del carico che era stato, invece, ceduto dietro lauta ricompensa alle organizzazioni criminali.