2 maggio 2024
Aggiornato 12:30
Beni confiscati alla mafia

“La regione supporterà il rilancio delle aziende confiscate”

È la proposta lanciata dall'assessore regionale al Lavoro, Carmelo Incardona, responsabile dell'unità di crisi del governo regionale per l'emergenza occupazionale

PALERMO - «La Regione siciliana è disponibile a promuovere delle convenzioni attraverso le quali il gruppo Riela possa offrire i propri servizi, ai prezzi di mercato, alle associazioni di categoria, e portare questa opportunità a conoscenza delle aziende».
È la proposta lanciata dall'assessore regionale al Lavoro, Carmelo Incardona, responsabile dell'unità di crisi del governo regionale per l'emergenza occupazionale, stamattina, a Belpasso, nella sede del gruppo Riela, nel corso della riunione convocata per affrontare i problemi legati alla salvaguardia dei livelli occupazionali nelle aziende confiscate alla mafia.

«La nostra presenza qui ha un alto valore simbolico – ha detto Incardona - ma è anche un atto concreto per aiutare queste aziende a ricollocarsi nel circuito dell'economia legale. Il nostro appello è rivolto alle aziende siciliane perchè supportino gli sforzi delle istituzioni. Stupisce il fragoroso calo delle commesse del gruppo Riela, in concomitanza con il passaggio allo Stato: il fatturato è passato da 18 milioni all'anno ad appena 600 mila euro nel 2008. Mi rammarico – ha aggiunto - per il fatto che importanti gruppi imprenditoriali, anche di livello internazionale, preferiscano rivolgersi ad altre aziende, piuttosto che a questa, gestita dallo Stato».
Le aziende del gruppo Riela, D & D Italia srl, F.lli Riela e Impresa individuale Riela Francesco, confiscate con decreto del tribunale di Catania, impiegano complessivamente 24 dipendenti. Attualmente il gruppo è gestito dall'Agenzia del Demanio che si avvale dell'assistenza tecnica di Italia Lavoro, per il monitoraggio dei lavoratori e il rilancio del piano aziendale. Dopo la confisca, il gruppo ha subito un drastico calo delle commesse, che ne ha messo a repentaglio la sopravvivenza.
In Sicilia, secondo i dati forniti dall'Agenzia del Demanio, sono 16 le aziende confiscate, ancora attive sul mercato, nelle province di Catania, Messina, Palermo e Trapani, con 367 dipendenti (vedi schede in allegato).

Erano presenti, a Belpasso, il vice prefetto di Catania, Angelo Sinesio, il direttore nazionale dell'Area Beni confiscati dell'Agenzia del Demanio, Giuseppe Pisciotta, Rosamaria Laplena di Italia Lavoro, i rappresentanti di Api Sicilia, Giuseppe Scuderi, il segretario regionale della Cgil, Italo Tripi, Giuseppe Foresta della Cisl, Rosario Laurini della Uil, Giuseppe Giansiracusa, presidente provinciale della Legacoop di Catania, Luciano Ventura, di Confcooperative e Dario Montana, dell'associazione Libera, che ha annunciato l'intenzione di rivolgersi alla Riela per il trasporto dei prodotti dei terreni gestiti dalla cooperativa Placido Rizzotto.
«Mi dispiace – ha continuato l'assessore – per l'assenza di importanti associazioni di categoria degli imprenditori, a partire da Confindustria, che mi aspettavo fosse la prima ad essere presente. È fondamentale anche il sostegno del mondo delle imprese, affinchè si faccia strada nell'opinione pubblica il convincimento che gli sforzi dello Stato per l'affermazione della legalità hanno un riscontro concreto».

Per il direttore dell'Area Beni confiscati dell'Agenzia del Demanio, Pisciotta, «siamo soddisfatti per l'appoggio ricevuto dal governo della Regione. In effetti, dove ci sono aziende confiscate alla mafia c'è un fuggi fuggi generale. É estremamente complicato ricostituire il portafoglio clienti esistente prima della confisca. Soltanto con il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni di categoria sarà possibile salvare la Riela e le altre aziende confiscate».
Il vice prefetto Sinesio ha garantito la disponibilità della Prefettura di Catania a istituire, quanto prima, un tavolo tecnico per valutare le proposte sulla fornitura di servizi che Riela potrà offrire alle aziende del territorio.