29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Decoro urbano

I danni dei graffitisti in Lombardia: 305 milioni di euro

In testa alla poco invidiabile classifica Milano, non a torto considerata la capitale d’Italia dei graffiti

MILANO – Se volessero vedere le loro città ripulite dagli sgorbi dei graffiti, gli amministratori degli oltre 1500 comuni della Lombardia dovrebbero sborsare oltre 300 milioni di euro. A tale considerevole somma è giunta Assoedilizia incrociando e analizzando una serie di dati: numero degli edifici esistenti in regione, percentuale degli stessi imbrattati valutando maggiore o minore incidenza tra centro e periferia, tra piccoli comuni e medio-grandi città, presenza ed entità negli stessi di crew o bande di graffitisti, stanziamenti pubblici per la ripulitura, risultati raggiunti.

In testa alla poco invidiabile classifica Milano, non a torto considerata la capitale d’Italia dei graffiti. Circa 24.000 gli edifici imbrattati su un totale di oltre 55.000, con danni per 100 milioni di euro. Il sia pur lodevole sforzo della pubblica amministrazione che, come ha affermato il vicesindaco sen. Riccardo De Corato, ha speso finora 25 milioni di euro, ha prodotto risultati rilevanti ma certo non definitivi: la città appare soltanto, e in alcune zone, meno deturpata di prima.

Per la provincia di Milano occorrerebbero 75 milioni di euro. Questi i danni nelle altre province della Lombardia, capoluoghi compresi: Brescia 33 milioni; Bergamo 25; Varese 17; Como 15; Pavia 10; Mantova 9; Cremona e Lecco 7; Lodi 4; Sondrio 3. Totale, 305 milioni di euro.

Assoedilizia, che nel corso di anni aveva chiesto e finalmente ottenuto che la pubblica amministrazione di Milano, attraverso l’Amsa, provvedesse agli interventi di eliminazione dei graffiti, constata il buon risultato raggiunto con la ripulitura gratuita di diverse migliaia di edifici pubblici e privati; ma rileva che poi gli imbrattatori sono tornati alla carica con maggiore veemenza e procurando danni assai rilevanti. » C’é ancora molto da fare, i palazzi imbrattati sono circa 24.000 – dice Colombo Clerici –. Ma l’operazione antigraffiti sarebbe più efficace se a livello governativo si adottassero leggi più severe per punire gli imbrattatori, per vietare la vendita di bombolette ai minori e per detenere le stesse durante cortei e manifestazioni: invece tali provvedimenti vengono continuamente rinviati».

Assoedilizia infine si oppone decisamente alla ventilata minaccia di obbligare i proprietari a ripulire le facciate imbrattate: «Il graffitismo è un fenomeno sociale e come tale va combattuto dai pubblici poteri, ai quali d’altronde abbiamo sempre assicurato la nostra concreta collaborazione. Non si può obbligare il privato ad assumersi oneri che sono di competenza pubblica. Ottenendo il bel risultato che il proprietario, oltre ad essere danneggiato, deve anche pagare i danni».