26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Ictus: 10.000 casi l’anno in Veneto

In Veneto una rete interospedaliera “anti ictus”

Sandri: “rafforziamo l’eccellenza per combattere una patologia diffusa, mortale o invalidante”

VENEZIA - La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità Sandro Sandri, ha deciso di istituire una rete interospedaliera per la gestione ed il trattamento della fase acuta nei pazienti colpiti da ictus cerebrale, una patologia in notevole aumento che costituisce la terza causa di morte in assoluto, con una mortalità del 10% a 10 giorni ed un esito di disabilità nel 50% dei casi.

«Siamo di fronte – sottolinea Sandri – ad una patologia grave e diffusa, che crea allarme nelle gente, provoca molti decessi e determina situazioni di disabilità molto pesanti, per chi ne è colpito e per le famiglie che, dopo la fase acuta, lo riaccolgono in casa. Proprio per questo, con un successivo provvedimento, porremo mano anche alla riorganizzazione della fase post acuta puntando all’appropriatezza del servizio erogato, all’accessibilità e all’omogenietà di distribuzione dei servizi perché il paziente, una volta tornato a casa, sia nelle migliori condizioni possibili. Con questa rete interospedaliera – tiene a sottolineare Sandri – viene di fatto rafforzata una serie di eccellenze specifiche presenti sul territorio, che vanno a costituire una rete basata su 3 livelli, in modo da creare un sistema diffuso di presa in carico del malato in ogni provincia». In Veneto l’entità del problema è data da 10.000 nuovi casi l’anno, con un’incidenza di 225-250 casi ogni 100.000 abitanti.

La rete individuata dalla Regione si basa su 3 diversi settori. Il primo è costituito dalle Unità Ictus di 2° Livello: si tratta di aree dedicate che hanno già raggiunto una consolidata esperienza nella trombolisi sistemica dislocate in ospedali in cui sono attive una Struttura Complessa di Neurologia con guardia medica H24 e personale infermieristico adeguato, una Neuroradiologia e una Neurochirurgia, in modo che vi si possa organizzare anche il trattamento endovascolare. Ci sono poi le Unità Ictus di 1° Livello: sono le «aree dedicate» con possibilità di monitoraggio dei pazienti e dislocate negli Ospedali in cui è operativa una Struttura Complessa di Neurologia con guardia attiva almeno su 12 ore. Il terzo e ultimo livello è quello delle «Aree Dedicate all’Ictus»: sono le aree identificate in altri Ospedali, inserite nelle strutture di neurologia, medicina o geriatria, che non prevedono la possibilità di effettuare il trattamento trombolitico. Per il miglior trattamento dei pazienti, nei tre livelli dovranno essere sviluppati sistemi di teleconsulto per i quali la Regione attiverà un gruppo di lavoro nell’ambito del Progetto «Health Optimum».

Con la delibera istituitiva della «Rete anti ictus», è stato anche indicato un assetto organizzativo di prima applicazione. Unità Ictus di 2° Livello sono istituite all’Ospedale di Verona Borgo Trento; all’Ospedale di Vicenza; all’Ospedale di Padova (Azienda Ospedaliera); all’Ospedale di Rovigo; a quello di Mestre e a quello di Treviso. Le Unità Ictus di 1° Livello potranno contare su più presìdi. A Verona, si tratta degli Ospedali di Verona Borgo Roma, di Legnago, di Negrar e di Peschiera tra i quali di Direttori Generali competenti dovranno individuare 2 o 3 Unità. A Vicenza si tratta degli Ospedali di Bassano, Arzignano e Thiene. A Padova l’Unità è individuata presso l’Ulss 16, all’Ospedale di Monselice e a quelli di Camposampiero e Cittadella, tra i quali il Direttore Generale individuerà la sede unica. A Venezia saranno gli Ospedali di Venezia, Portogruaro e Mirano. A Belluno, quelli di Belluno e Feltre. A Treviso si tratta dell’Ospedale di Conegliano e di quelli di Montebelluna e Castelfranco, tra i quali il Direttore Generale dovrà individuare la sede unica. Il terzo e ultimo livello indicato nella rete, quello delle «Aree Dedicate», vede inseriti gli Ospedali di Bussolegno e San Bonifacio nel veronese. Nel padovano, Piove di Sacco e Cittadella o Camposampiero. In Polesine, l’Ospedale di Adria. Nel veneziano, quello di Dolo. Nel trevigiano, quello di Castelfranco o di Montebelluna.