2 maggio 2024
Aggiornato 10:30
Disegno di legge

Farmaci senza ricetta. Vendita anche senza farmacista

Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico

Da quando i farmaci senza ricetta (SOP e OTC) sono venduti fuori della farmacia, grazie alla legge del 2006, si e' aperto il mercato della distribuzione e della vendita al dettaglio del settore, con maggiore reperibilità per i consumatori e con un significativo risparmio, nonché trovando più sbocchi per la professione di farmacista. Nell'anno successivo all'entrata in vigore della legge, le parafarmacie sono più che raddoppiate (da 1061 a 2201) ed i Corner della salute nei supermercati sono passati da 137 a 2008. A maggio 2008, dieci mesi dall'entrata in vigore della legge, la quota di questi farmaci venduti fuori dalle farmacie era passata da 3,5% a 5,5%. Questo ha comportato un notevole vantaggio per il consumatore: se il prezzo medio di un farmaco Otc e' di 6,5 euro nelle farmacie, scende a 6,30 nelle parafarmacie, e soprattutto a 5,04 nei corner, un risparmio medio di quasi un euro e mezzo a confezione.

Vi e' però un grosso limite alla legge, l'obbligo della presenza di un farmacista in appositi spazi per la vendita e il divieto delle promozioni commerciali. Una profonda limitazione del mercato, visto che solo i grandi supermercati possono permettersi la creazione di spazi appositi e l'assunzione di farmacisti. Tant'e' che questo aspetto della legge e' stata definita dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) una norma ad cooperativam, visto che favorisce la grande distribuzione come la Coop –uno dei soggetti che più si e' impegnato per questa legge.

Perché non poter acquistare un farmaco, per esempio, a base di ibuprofene (contro il mal di testa) in una stazione di servizio lungo l'autostrada o in edicola, al negozio di alimentari piuttosto che al tabaccaio, esercizi che sicuramente non possono attrezzarsi con un farmacista per avere un angolo con questi prodotti? Così funziona ad esempio negli Stati Uniti, dove si può sempre e facilmente reperire una pillola a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza la necessità di andare in cerca della farmacia di turno o di un supermercato aperto.

Inoltre, risulta del tutto ingiustificato e lesivo dei consumatori il divieto di applicare ai farmaci OTC sconti, operazioni a premio e concorsi, così come per qualsiasi altro bene di consumo, divieto in genere mascherato dietro al fatto che i farmaci sarebbero prodotti potenzialmente dannosi per la salute, danno che, invece, non sarebbe tale per le promozioni di alcolici, dolci e qualunque altro prodotto che, al pari di un farmaco, se consumato in condizioni non razionali potrebbe arrecare danno. E' evidente che non si tratta di un divieto finalizzato alla salute del consumatore ma solo a mantenere blindato un mercato su cui le attuali cosiddette liberalizzazioni hanno ancora poco influito. Un divieto, questo, di cui sembrano beneficiare solo gli attuali monopolisti, visto che pone un profondo limite alla competitività dei prezzi.

Per tale motivo, con la collaborazione dell'Aduc, ho presentato un disegno di legge, composto di un unico articolo volto ad abrogare l'obbligo del farmacista per la vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione e il divieto per le vendite promozionali. E' una misura che, eliminando il monopolio della vendita «alternativa» dei farmaci OTC oggi detenuto dalla grande distribuzione al dettaglio, favorirebbe quei 40 milioni di cittadini che già fanno uso di questi prodotti.