1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Il Papa ai Musulmani:

«Siamo stessa Famiglia anche con diversità»

Il caso Ratisbona è ormai alle spalle. «I Cristiani riconoscono la ragionevolezza e la sofisticatezza dell'Islam»

Il 'caso' Ratisbona è ormai alle spalle. «I cristiani riconoscono la ragionevolezza e la sofisticatezza dell'islam», commentano soddisfatti gli intellettuali musulmani ricevuti questa mattina da Papa Ratzinger. Del battesimo in mondovisione di Magdi Allam, la notte di Pasqua nella basilica di San Pietro, non si è neppure parlato. Le questioni aperte non mancano, così come le preoccupazioni degli uni e degli altri, cristiani e musulmani. A partire dall'islamofobia diffusa in Occidente e dalle persecuzioni dei cristiani in Iraq. Ma il Forum islamico-cattolico che si è concluso ieri in Vaticano soddisfa tutti.

«Dobbiamo mostrare che ci consideriamo membri di una stessa famiglia», è stato il sigillo del Papa a una tre-giorni a porte chiuse da cui, soprattutto, era bandito il 'politically correct'. E infatti le discussioni sono state «franche», spiega un partecipante. Tra le due delegazioni e, ancor di più, al loro interno. Del resto i venticinque musulmani - imam, muftì e, in prevalenza, accademici ed intellettuali - vengono da tutto il mondo e rappresentano le varie anime dell'islam. E anche tra i cattolici ci sono i 'falchi' e le 'colombe', c'è chi mette in guardia da un rapporto troppo cordiale con i seguaci di Maometto e chi ricorda che cristiani e musulmani provengono tutti da Abramo e credono in un unico Dio. Le limature della dichiarazione congiunta finale, riferisce un altro partecipante, sono andate per le lunghe proprio per le divergenze all'interno di ognuna delle due delegazioni. Così, quando un monsignore è andato in escandescenze, è stato lo stesso cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, a riportarlo a più miti consigli. Nella dichiarazione congiunta sono sollevati tutti i temi controversi tra islam e cristianesimo. Anche i più politici.

Come la parità di dignità di uomini e donne, «con il sostegno della legislazione civile», il terrorismo, il diritto delle minoranze alla pratica religiosa «in privato e in pubblico», la preoccupazione per il mondo «sempre più secolarizzato e materialistico», così come per «i poveri e gli svantaggiati» colpiti dalla crisi finanziaria e, dopo le vicende delle vignette danesi anti-Maometto, la condanna dello «scherno» e della «irrisione» verso i simboli della fede. La dichiarazione non entra nei dettagli e non scioglie tutti i nodi, dall'insegnamento della religione a scuola alla costruzione delle moschee e delle chiese, ma pone le basi per un dialogo. Che continuerà, tra un paio d'anni, in un paese a maggioranza islamica e - annuncia il comunicato - con la creazione di una commissione permanente cattolico-musulmano per rispondere insieme ai conflitti.

Fonte: Apcom