5 maggio 2024
Aggiornato 02:30
La proposta di legge per modificazioni alla legge

Sostegno dei diritti degli immigrati

Amagliani: «Continuare a costruire un percorso che permetta alla nostra regione di diventare un territorio dove nessuno si senta più straniero»

A sostegno dei diritti degli immigrati, la giunta regionale ha proposto una modifica ad alcune disposizioni della legge 2 marzo 1998. La legge, finalizzata a migliorare l’integrazione dei cittadini stranieri non appartenenti all’Unione Europea, «è ancora uno strumento efficace – dichiara l’assessore ai Servizi Sociali, Marco Amagliani - sia per garantire agli immigrati parità di trattamento con i cittadini italiani sia per rimuovere gli ostacoli al loro effettivo inserimento sociale, lavorativo e culturale.

Nel corso degli incontri che si sono svolti tra i rappresentanti delle varie realtà associative marchigiane nel Tavolo istituito dalla Regione per allargare la partecipazione dei cittadini immigrati – aggiunge Amagliani – è emersa l’esigenza di modificare la legge in alcune sue parti per valorizzare e facilitare maggiormente l’inserimento dei cittadini stranieri nella nostra regione». In particolare, la proposta di legge, sottoposta anche al parere della Consulta regionale degli immigrati, si propone una rivisitazione della composizione della stessa Consulta sia per adeguarla alla nuova organizzazione degli enti, valorizzando le rappresentanze degli immigrati, sia per rendere il suo funzionamento più operativo.

Tra i compiti della Consulta, inoltre, viene prevista la collaborazione con l’Osservatorio regionale per le politiche sociali, al fine del monitoraggio del fenomeno migratorio nel territorio e dell’utilizzo dei dati per redigere il rapporto annuale delle politiche locali. Valorizzata poi la figura del mediatore interculturale, già ampiamente utilizzata, prevedendo il sostegno alla realizzazione di appositi corsi di formazione ed aggiornamento rivolti agli operatori degli enti pubblici e delle associazioni operanti nel campo dell’immigrazione. Inoltre, la proposta di legge prevede che la Regione, nell’ambito delle proprie competenze, ricorra ad ogni strumento riconosciutole dall’ordinamento ed eserciti ogni facoltà e potere riservatole dalla Costituzione e dalla legge al fine di evitare la realizzazione nel territorio regionale di centri di identificazione ed espulsione o, comunque, di centri di detenzione per migranti, nei quali lo stato di reclusione e la limitazione delle libertà personali siano disposte al di fuori del medesimo quadro di garanzie previsto a tutela dei cittadini italiani.

«Con questo articolo la proposta di legge – dice Amagliani - vuole confermare quanto già espresso dal Consiglio regionale delle Marche (il 10 marzo 2004) quando, con la mozione n. 306, si dichiarò ‘indisponibile alla costruzione e alla presenza sul proprio territorio di centri di permanenza temporanei (Cpt) per cittadini migranti, perché strutture lesive dei diritti universali delle persone’. Tutto ciò al fine di continuare a costruire un percorso che permetta alla nostra regione di diventare un territorio dove nessuno si senta più straniero e dove nessuno venga più considerato straniero» conclude l’assessore.

Negli ultimi dieci anni la popolazione immigrata nelle Marche è aumentata sensibilmente passando dai 15.199 stranieri non comunitari del 1995 ai 90.635 del dicembre 2006 (dati Istat). Si tratta prevalentemente di nuclei familiari, maggiormente radicati sul territorio, con effetti visibili sia nell’ambito scolastico che nell’accesso ai servizi sociali e sanitari. Secondo il dossier Caritas, Ancona è la provincia con maggior presenza di stranieri non comunitari (29.509), seguono Macerata (25.004), Ascoli Piceno (20.624) e Pesaro Urbino (17.575). Provengono soprattutto dall’area centro orientale europea, i più numerosi sono albanesi, dall’Africa, particolarmente Marocco e Tunisia, e in modo più contenuto dall’Asia e dall’America.