27 agosto 2025
Aggiornato 23:00
Ancora polemiche sul Decreto Gelmini

Le Università contro la riforma Gelmini

Il PD: «Opposizione durissima»

Una riforma che non piace a nessuno. Né al PD, né agli studenti né a presidi e professori. Ma sul decreto Gelmini la maggioranza sembra andare avanti e dopo due giorni di proteste in tutto il Paese il PD, con Vincenzo Vita annuncia «opposizione durissima» mentre Maria Pia Garavaglia sul Corriere Della Sera risponde a Galli Della Loggia che accusava il partito di puntare solo sulla protesta, elencando le proposte del governo ombra sulla scuola.

La settimana è iniziata con il corteo alla Sapienza e oggi il preside di Scienze umanistiche dell’ateneo, Roberto Antonelli usa parole durissime: «Non è né una riforma né una controriforma, è un omicidio che ha per vittima l'università e la ricerca». A Milano presidio alla Statale, a Napoli l'assemblea 'Stop Gelmini' ha interrotto il normale svolgimento del senato accademico dell'università Orientale. Mobilitazione anche a Firenze. Domani cortei e iniziative in tutta Italia.

Oggi circa duemila ragazzi hanno manifestato all'interno della cittadella universitaria contro la Gelmini. Gli studenti hanno via via interrotto le lezioni delle diverse facoltà, da Lettere a Scienze politiche per sollecitare i colleghi a unirsi alla protesta.

Finito il giro delle aule, i ragazzi hanno toccato anche altre facoltà, prima di tornare a Lettere, sedersi davanti agli uffici della presidenza e cominciare un'assemblea spontanea che chiede di «ufficializzare» il blocco della didattica. «Il sapere non è una mercanzia, Tremonti e Gelmini li spazzeremo via» e «non pagheremo la vostra crisi» gli slogan più gettonati. Non piacciono i tagli, il blocco del turnover del personale docente e la possibilità per gli atenei di trasformarsi in fondazioni di diritto privato.

Alla Sapienza martedì prossimo si riunirà il senato accademico per valutare e discutere il decreto 133/2008 che prevede tagli alle risorse destinate all'università. E' da questa riunione che potrebbe scaturire il blocco della didattica alla Sapienza e venerdì 17 è previsto uno sciopero generale, con obiettivo dichiarato «il blocco immediato dell'anno accademico».

Blocco delle lezioni e assemblee ci sono state anche a Napoli, Firenze, Milano, Perugia.

Il 15 ottobre manifestazioni sono previste domani a Roma, Bologna, Torino, Napoli, Parma, Genova, Perugia, Milano, Viareggio, Brescia e Castrovillari.
Sulle proteste romane è intervenuto il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: «Non posso non condividere le motivazioni alla base della protesta studentesca della Sapienza: colpendo l'Università' e i luoghi del sapere si colpisce al cuore la possibilità di un reale ricambio della classe dirigente. In un Paese moderno scuola, università e ricerca non possono essere considerate delle spese, ma piuttosto degli investimenti per il futuro; e il fatto che in l'Italia si spenda solo l'1,6% del PIL per l'Università' rispetto al 2,8 dell'Europa e' un segno dell'arretratezza culturale del nostro Paese. E dal Senato Vincenzo Vita promette «opposizione durissima, al limite dei regolamenti parlamentari, al decreto legge
Gelmini sulla scuola». Per Vita, le numerose e-mail di protesta che stanno giungendo in questi giorni al Quirinale «sono il segno di un malessere diffuso su tutto il territorio nazionale. Il decreto del ministro Gelmini non piace a nessuno e passata la fase propagandistica del grembiulino appare adesso chiaro che si chiuderanno tantissime
di scuole, andranno a casa decine di migliaia di insegnanti e sparirà il tempo pieno. E' visibile che la maggioranza voterà questo provvedimento per motivi di obbedienza».