23 agosto 2025
Aggiornato 14:00
Tagli al personale della scuola

Pentenero: «Disinteresse del ministro Gelmini alle richieste del Piemonte»

«I tagli rischiano di rivoluzionare l’intero assetto del sistema scolastico»

«Mentre il governo sferra uno degli attacchi più gravi degli ultimi anni alla scuola rendendola la principale fonte di risparmio della spesa pubblica, sui giornali appassiona il dibattito sul ritorno del grembiule, il voto in condotta e la «cacciata e la mobilità degli insegnanti. Non bisogna dimenticare invece che la è una leva essenziale del rilancio del nostro paese, un investimento prezioso per restare all’altezza delle sfide poste dalla globalizzazione e dagli obiettivi della Strategia di Lisbona.
La discussione sul depotenziamento della rete territoriale delle scuole, sul rigore e sulla mobilità degli insegnanti non può essere usata dal governo come copertura per tagli che rischiano di rivoluzionare l’intero assetto del sistema scolastico.

Nella proposta del governo infatti, si prevede, oltre alla privatizzazione della scuola pubblica, un ridimensionamento di risorse pari a 8 miliardi e 800 milioni di euro per i prossimi tre anni, con il taglio di circa 140 mila addetti, fra insegnanti e personale Ata. Una manovra, questa, che avrà serie ricadute anche sul territorio piemontese. Solo nel capoluogo torinese, saranno oltre 2000 gli addetti che rimarranno senza occupazione: si tratterà in pratica di 208 docenti in meno nella scuola d’infanzia, 871 alla primaria, 482 alle medie e 588 alle superiori e di oltre 1460 fra personale Ata e personale di sostegno ai disabili.
Di fronte a questo quadro, è necessaria una presa di posizione da parte di tutti coloro che hanno a cuore il futuro del paese, per ribadire che la scuola non può essere penalizzata per risolvere i problemi del bilancio dello stato. Il rinnovamento della scuola ha bisogno di risorse e investimenti, non di tagli indiscriminati. Sono altresì convinta che la scuola ha bisogno di riforme vere, che non sono quelle che stravolgono di volta in volta programmi o riformano qualche pezzo dei cicli scolastici.

La scuola deve modificare i processi strutturali inerenti l’assunzione degli insegnanti, la loro formazione e valutazione, deve riorganizzare l’istruzione tecnica e professionale, il piano straordinario di edilizia scolastica, e i progetti di integrazione che tengano conto dell’incremento degli alunni stranieri nelle nostre scuole. Altresì è necessario aumentare il numero delle strutture per i bambini da 0 a 6 anni, ancora carenti in gran parte del paese, e programmare lo stanziamento di risorse che assicurino continuità alle attività didattiche.
Assodato quale sarà il ruolo delle Regioni in materia di istruzione, saranno questi i temi prioritari su cui confrontarsi, non nell’ottica di creare 21 sistemi scolastici diversi, ma di dare risposte più vicine alle singole regioni e ai singoli territori.
La Regione Piemonte, da parte sua, ha già imboccato questa strada da tempo, con azioni di governo e di sostegno concreto alla scuola pubblica e ha intenzione di continuare in questo impegno anche nei prossimi mesi, in stretta collaborazione con chi alla scuola si dedica, con un lavoro fatto di intelligenza e professionalità.
Si tratta di priorità che abbiamo ribadito e sottoposto al Governo inviando qualche giorno fa una lettera al ministro Gelmini in cui chiediamo esplicite garanzie riguardo all’assegnazione del personale di fatto necessario a consentire un regolare inizio del prossimo anno scolastico 2008-2009. In sede di Conferenza unificata negli scorsi mesi avevamo ricevuto rassicurazioni da parte del ministro ad esaminare il problema e siamo stati addirittura invitati, per mezzo di una circolare, a fornire quanti più elementi necessari a formulare un quadro esaustivo della situazione da risolvere. E’ invece con profondo rammarico che constato che alla mia precisa e sollecita richiesta di attenzione, non ho ricevuto alcuna risposta indirizzata a tranquillizzare gli studenti piemontesi, le loro famiglie e tutto il sistema scolastico regionale».