1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
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L'intelligenza artificiale può leggerci nel pensiero

Il sistema è stato in grado di riprodurre delle immagini a partire dalle onde cerebrali umane

L'intelligenza artificiale può leggerci nel pensiero
L'intelligenza artificiale può leggerci nel pensiero Foto: Shutterstock

ROMA - Una equipe di scienziati giapponesi ha sviluppato un sistema che - grazie all’intelligenza artificiale - è in grado di ricreare delle immagini partendo dalle onde cerebrali umane. Le immagini, nello specifico, rappresentano ciò che l’utente sta guardando o ricordando in quel preciso istante, che sia esso un animale, un simbolo astratto o una lettera dell’alfabeto.

Si tratta un traguardo molto importante per lo sviluppo delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale. Un risultato raggiungo dopo il lavoro di una equipe guidata dall’Università di Kyoto, pubblicato sulla rivista scientifica BioRxiv. Al momento le immagini ricreate sono sbiadite, ma comunque abbastanza aderenti a quelle originali. All’inizio la rete neurale - attraverso algoritmi di machine learning - è stata addestrata per riprodurre delle immagini naturali, come un gatto o un automobile, in relazione ai relativi segnali prodotti dai cervelli delle persone che guardavano o ricordavano quelle immagini.

Il sistema è stato, poi, in grado di riprodurre dei simboli astratti e delle lettere dell’alfabeto, sempre ricreati dal pensiero delle persone. Il modello è, quindi, riuscito a lavorare autonomamente. Essendo stato addestrato a riprodurre solo immagini naturali, è - inoltre - riuscito a ricreare anche immagini astratte, dimostrando di essere realmente in grado di generare rappresentazioni dall’attività cerebrale e non semplicemente indovinarle per corrispondenza a esempi noti.

Lo sviluppo di questa tecnologia ha notevoli ambiti di applicazione. I maggiori riguardano le nuove possibilità di comunicazione per persone disabili o i rischi di azzeramento totale della privacy come negli scenari più cupi descritti da una delle serie TV del momento, Black Mirror.