19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
sharing economy

Senato (di nuovo) contro FlixBus: 5 emendamenti «no» nella Legge di Bilancio

Secondo quanto appreso dalla stessa Flixbus, gli emendamenti sarebbero 5. Escluderebbero la possibilità dell'azienda a operare in Italia

ROMA - E’ pronta a ricominciare - a suon di rimpalli - la «barzelletta» tutta italiana che vede il Parlamento contro (o a favore?) di Flixbus, l’azienda bavarese dei famosi bus low cost di colore verde. Nel giorno in cui le storiche autolinee pugliesi Marozzi hanno avviato le procedure di licenziamento collettivo, preparandosi a chiudere le serrande (sembrerebbe proprio a causa della spietata concorrenza di Flixbus), il Senato presenta - nella legge di Bilancio 2018 - nuovi emendamenti contro l’azienda tedesca.

Secondo quanto appreso dalla stessa Flixbus, gli emendamenti sarebbero 5, finalizzati a tentare nuovamente di escludere la possibilità per l’azienda di continuare a operare in Italia secondo il proprio modello organizzativo. Gli emendamenti, di diversa provenienza ma tutti pressoché identici nella sostanza a quelli verso cui il Governo ha sempre espresso parere negativo, intervengono di nuovo nel merito del modello di business di FlixBus: già diversi emendamenti anticoncorrenziali avevano infatti minato la sopravvivenza dell’azienda in Italia, prima nel decreto Milleproroghe, e poi in Manovrina salvo poi essere corretti dal Parlamento che, nel dl Sud, ha ripristinato per l’azienda la piena facoltà di operare sul mercato italiano, ribadendone la piena legittimità.

Sulla stregua di quanto accaduto già lo scorso anno gli emendamenti limiterebbero ai soli operatori del trasporto, e non quindi piattaforme digitali, l’ottenimento dell’autorizzazione a operare le tratte interregionali. E FlixBus è una piattaforma digitale che si appoggia a un partner sul territorio e non un’azienda che svolge come attività principale quella del trasporto. Questi nuovi emendamenti, peraltro, hanno un indirizzo opposto rispetto a quello espresso dal nuovo pacchetto mobilità promosso dalla Commissione europea, all’interno del quale le proposte sono orientate a favorire più concorrenza, più apertura del mercato e più servizi per i passeggeri.

«Riaprire la discussione sulla legittimità di FlixBus renderebbe questa vicenda surreale - ha ribadito Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia -. Vorremmo finalmente concentrarci sui servizi ai passeggeri o sullo sviluppo delle aziende locali che insieme a FlixBus stanno creando centinaia di nuovi posti di lavoro. Eppure un nuovo attacco alla concorrenza ci costringe a dover rivendicare ancora la nostra piena legittimità. Chiediamo al Governo di farsi garante – una volta di più – della certezza del diritto, che in questa vicenda rischia di essere messa seriamente in discussione».

Anche perchè l’azienda, nel resto del mondo, procede a gonfie vele. Dopo aver esteso la sua rete nel Vecchio Continente, l’azienda ha annunciato l’apertura di una sua nuova sede negli USA, a Los Angeles. Il modello di business, anche negli Stati Uniti, sarebbe quello che ha già sancito il successo degli autobus verdi in ben 26 Paesi europei, basato sulla collaborazione tra FlixBus e le PMI del territorio, a sostegno delle economie locali. Non resta che attendere di capire se Flixbus, qui in Italia, sarà nuovamente oggetto di imbarazzanti rimpalli parlamentari. In controtendenza, naturalmente.