25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
finanza alternativa

Cresce l'equity crowdfunding in Italia, trimestre 2017 da record

Mamacrowd è la piattaforma che ha raccolto più investimenti, mentre Crowdfundme quella che ha raccolto più investitori. Ecco lo scenario nei primi tre mesi del 2017

Cresce l'equity crowdfunding in Italia, trimestre 2017 da record
Cresce l'equity crowdfunding in Italia, trimestre 2017 da record Foto: Shutterstock

ROMA - Siamo stati i primi a regolamentare l’equity crowdfunding con una legge che ne delimitasse i confini e l’operatività. Un primato che, ammettiamolo, non è stato sufficiente a far esplodere il settore, ma che ha spinto molte startup e (da questo anno) anche le PMI ad affidarsi a questo nuovo strumento di finanza alternativa. E allora forse non è un caso se i numeri scattano la fotografia di un fenomeno in crescita che, piano piano, sta mettendo le sue radici, anche qui in Italia. Secondo l’indagine condotta da CrowdfundingBuzz, con l’equity crowdfunding in Italia, nei primi 3 mesi del 2017, sono state finanziate 11 imprese per un valore complessivo di 2,173 milioni di euro. Un record se confrontato con i numeri dell’ultimo trimestre 2016 dove a essere finanziate sono state 8 imprese per un valore di 1,5 milioni di euro.

Crowdfundme raccoglie più investitori
Questione di cultura, di informazione, ma soprattutto di fiducia. Perché diciamolo, quando si tratta di procedure online, qui in Italia, siamo ancora un po’ avvezzi. Eppure, ciò che sta cambiando, è l’approccio che gli investitori hanno nei confronti dell’equity crowdfunding. Si fidano. E i numeri lo confermano perché le persone che hanno investito in startup in questi 3 mesi supera il numero di persone che hanno investito in tutto il 2016: 764 (tra gennaio e marzo 2017) contro 747 (tra gennaio e dicembre 2016). Ad avere il primato in questo senso è la piattaforma Crowdfundme. Forte dei 729mila euro raccolti grazie a 3 campagne, è la piattaforma che ha puntato più sul «crowd», ingaggiando ben 444 investitori in soli 3 mesi. Un vero e proprio record se consideriamo che le persone che hanno investito complessivamente in questo periodo sono 764. Merito anche della strepitosa campagna di Sharewood che ha superato i 232mila euro di finanziamento per un totale di ben 169 investitori. E mai prima d’ora, in Italia, si era raggiunto un numero di investitori tale in una singola operazione di equity crowdfunding.

Mamacrowd raccoglie più fondi
La piattaforma di equity che ha raccolto più fondi, tuttavia, è Mamacrowd, seguita appunto da Crowdfundme e, a notevole distanza Starsup, WeAreStarting, Opstart ed Equinvest. Mamacrowd, con 4 campagne, ha raccolto ben 783mila euro di investimenti. Questi 783mila euro fanno riferimento alle campagne chiuse, peraltro, in overfunding: PerFrutto, Parterre, Felfil e Scuter hanno convinto 225 investitori per una partecipazione media di quasi 3500 euro, la più alta nel panorama italiano.

La possibilità di avere tanti investitori
La strada verso la crescita, tuttavia, è ancora piuttosto impervia e lunga. Di fatto, una campagna di equity crowdfunding non dovrebbe essere, infatti, considerata da un’impresa come l’ultima spiaggia da tentare quando tutte le altre porte sono state chiuse e lasciate alle spalle. Ma un nuovo vero modello di fund raising che può dare, spesso, risultati ben superiori alle aspettative. I limiti che spesso si riscontrano sono determinati dalla paura di non essere tutelati e di non sapere di fatto chi entra bel progetto. «Avere tanti piccoli investitori nella società può sembrare difficile da gestire a livello burocratico, ma di fatto non lo è - ci aveva raccontato Chiara Rota, CEO di My Cooking Box, altra campagna di successo su Crowdfundme -. I founder della startup possono infatti diversificare la quote e concedere o meno il diritto di voto agli investitori, in questo modo semplificandone decisamente la gestione. In più ciascun investitore ha attorno a sè una cerchia di contatti che possono poi ritornare molto utili. E di fatto ci sono serviti per ampliare notevolmente il nostro mercato. E questo perché si sono sentiti parte attiva del progetto e hanno voluto contribuire».

Il ruolo degli incubatori
Parte fondamentale in questo processo di familiarizzazione nei confronti dell’equity crowdfunding lo hanno anche gli incubatori di startup nella misura in cui possono indirizzare le stesse e gli investitori verso campagne di equity crowdfunding quando le esigenze del progetto lo richiedano. Oggi, dove anche in Italia il fenomeno delle startup è letteralmente esploso (sono circa 7mila quelle registrate nell’apposita sezione del Registro delle Imprese), la difficoltà per chi sceglie di investire, sta nel conoscere in modo, se vogliamo, «intimo», il progetto su cui si vuole puntare. In un certo senso l’incubatore si pone come realtà intermedia che, avendo acquisito nel tempo una serie di competenze e di know how, è capace di indirizzare startup e investitori verso le soluzioni più adatte in base al tipo di progetto, al suo stato di validazione e alla tecnologia utilizzata.