16 maggio 2025
Aggiornato 07:00
Su crowdfundme

Sharewood: «Come abbiamo fatto oltre 200K con l'equity crowdfunding»

Mai prima d'ora, in Italia, si erano raggiunti tanti investitori in una campagna di equity crowdfunding. A cosa è dovuto il successo di Sharewood e, soprattutto, perchè il team ha scelto proprio l'equity crowdfunding per ottenere finanziamenti.

MILANO - Hanno chiuso la campagna di equity crowdfunding a quota 232.955 euro sulla piattaforma Crowdfudme, superando di gran lunga l’obiettivo prefissato che era di 75mila euro. Un vero e proprio record nel settore: la startup ha, infatti, raccolto il maggior numero di investitori (169 per la precisione) mai raggiunto fino a oggi in Italia in una singola operazione di equity crowdfunding. Loro sono i ragazzi di Sharewood, l’AirBnB di attrezzatura sportiva; il primo sito web in Europa che consente ai proprietari di attrezzatura sportiva (i wooder) di noleggiarla agli explorer: sportivi, appassionati, viaggiatori desiderosi di vivere esperienze outdoor ovunque.

La storia di Sharewood
Una bella storia la loro, quella di un’azienda che nasce - come spesso accade - da un’esigenza concreta, mentre Piercarlo Mansueto e Gabriele Di Blasiodalla (fondatori) si trovavano a Tarifa, in Spagna. Durante questo viaggio furono colti dal desiderio di surfare, pur non avendo, di fatto, l’attrezzatura adatta. Che fare? L’incontro con Sarah fu rivelatore: la ragazza, infatti, possedeva proprio diverse tavole da surf da affittare a un prezzo ridotto, per consentire ai ragazzi di ottemperare ai loro desideri. Da quel momento si accese la lampadina: perché non creare un luogo virtuale dove proprietari e sportivi stessi potessero scambiarsi l’attrezzatura?

L’importanza di avere un buon progetto
La startup riscuote subito un ampio successo raccogliendo consensi non solo tra gli appassionati del settore, ma anche di grandi investitori, come Vertical Health Accelerator, il più importante acceleratore nell’ambito sportivo in Europa, che in Sharewood ha investito ben 100mila euro. Poi la scelta di lanciare una campagna di equity crowdfuding, di lanciarsi, di fatto, in un settore dove l’Italia, per certi aspetti, brancola ancora nel buio. Eppure, il progetto di Piercarlo, Gabriele e tutto il team va addirittura in overfunding prima della scadenza prefissata. Ma che cosa ha, davvero, contribuito a questo successo? «Sicuramente il risultato della campagna di equity crowdfudning, in buona parte, è dovuto al percorso che abbiamo fatto con la nostra startup in precedenza - ci racconta Piercarlo -. Al valore dell’idea, del progetto e del team che siamo riusciti a mettere in piedi. Il fatto di aver attirato l’attenzione di diversi investitori prima di approdare su Crowdfundme ha generato un meccanismo di fiducia che ha indotto altri investitori a credere in Sharewood».

Le nuove agevolazioni fiscali
Parte del successo, poi, deriva dall’introduzione, da parte di Crowdfundme, del processo 'Clicca&Investi', grazie alle modifiche del regolamento Consob. Una procedura grazie alla quale i potenziali investitori possono completare l'intera operazione completamente online. E non da ultime le recenti agevolazioni fiscali introdotte dal Governo, sempre più attento ai modelli innovativi. «Quando siamo partiti con la campagna le agevolazioni fiscali si attestavano ancora al 19% - continua Piercarlo -. Da gennaio abbiamo notato un discreto incremento degli investimenti, probabilmente dovuto all’aumento delle agevolazioni che ora si attestano al 30%. Questo, secondo noi, ha condizionato non tanto la decisione di investire in Sharewood, quanto piuttosto la quantità della somma che gli investitori andavano a investire, la quale ha subito un buon aumento».

Perché scegliere l’equity crowdfunding
Ma perché scegliere proprio l’equity crowdfunding? Soprattutto per una startup che di interesse da parte degli investitori ne aveva già ricevuto? «Per una questione di praticità - ci racconta ancora Piercarlo -. Ero già in contatto con diversi fondi di investimento, ma spesso le procedure legate a questi ultimi per ottenere finanziamenti sono molto lunghe. Fare fund raising è un’attività per la quale è necessario molto tempo. E io avevo bisogno di concentrarmi anche sullo sviluppo del prodotto. Per questo ho scelto l’equity crowdfunding, per velocizzare il processo di fund raising e per potermi ritagliare il tempo necessario da dedicare a Sharewood». E poi sono stati gli stessi utenti del servizio a esprimere il desiderio di voler contribuire anche economicamente al progetto. «Sì, molti dei nostri primissimi utenti hanno poi anche investito attraverso Crowdfundme».

Un occhio al futuro
Oggi, Piercarlo e i suoi pensano all’internazionalizzazione e a creare più sinergie possibili con tutti gli investitori che hanno contribuito a sostenere il progetto. Vogliono consolidare il mercato in Portogallo, dove hanno già oltre 400 attrezzature e poi spingersi in Svizzera e Francia. E la stoffa per farlo ce l’hanno tutta. «Il team di Crowdfundme ci ha dato una grossa mano - conclude Piercarlo - sostenendoci e, soprattutto, a ottimizzare al meglio la campagna al fine di raggiungere il nostro target. E ce l'abbiamo fatta».