Freeeat, come trovare il ristorante adatto alle tue allergie alimentari
L'app aiuta gli uteti a individuare quei ristoranti che offrono menù compatibili con le loro intolleranze alimentari. E dà una mano ai ristoratori ad essere più trasparenti
BARI - Quante volte vi siete trovati di fronte al menù di un ristorante e non sapere cosa scegliere perché i piatti contenevano ingredienti a cui eravate allergici? Oppure a vedere un vostro amico in difficoltà? Probabilmente molte più di quanto siamo soliti pensare. Secondo alcune ricerche in Europa più di 17 milioni di persone sono affette da allergie alimentari, di cui 3,5 hanno un’età inferiore a 25 anni. Le reazioni all’allergia alimentare sembrano inoltre essere in aumento soprattutto fra i bambini. In Italia i pazienti che soffrono di allergie alimentari di età compresa fra 0 e 18 anni sono in totale circa 570.000, di cui 270.000 fra 0 e 5 anni e 180.000 fra 10 e 18 anni. Inoltre, circa 5.000 bambini sotto i 5 anni di età sono a rischio di reazioni alimentari gravi.
L’app per chi ha allergia alimentari
Un problema a cui Freeeat, startup pugliese, sta cercando di porre rimedio, migliorando la qualità della vita di chi soffre di allergie alimentari. «Come la maggior parte delle startup anche la nostra nasce a seguito di un episodio personale - ci racconta Antonio Maria Tenace co-founder di Freeeat -. Mia madre era allergica ad alcuni alimenti ed era molto difficile andare a mangiare fuori. Molto spesso i menù dei ristoranti non indicano gli ingredienti che compongono i piatti e il personale è male informato. In più, molto spesso, non ha tempo per spiegare la composizione dei piatti che offre giornalmente». Insomma, diverse variabili, rendono sovente molto complesso, per le persone che soffrono di allergia o intolleranze, mangiare al ristorante. E questo, a volte, significa anche dover rinunciare a una cena tra amici.
L’app che trovi i ristoranti adatti
Ed è proprio per migliorare la qualità della vita di queste persone che Claudio, Antonio e Sara hanno creato Freeeat, un’app che permette agli utenti di sapere, prima di recarsi al ristorante, quali sono i piatti che offre e soprattutto se sono ad essi intolleranti: «All’utente che si iscrive sulla nostra app è chiesto di indicare i vari allergeni (in tutto 14) e di indicare la propria filosofia alimentare (chi è vegano per esempio) - ci spiega Claudio Cesaroni -. In questo modo è possibile accedere a una lista precisa di ristoranti divisi per categoria, allergeni e ordinati in base alla distanza dall’utente». L’app permette poi di rilasciare un voto negativo o positivo sul servizio offerto dal ristorante: voto che, però, può essere espresso solo se ci si trova nei pressi del locale e una volta ogni 12 ore, «per evitare il fenomeno delle recensioni false».
Più trasparenza per i ristoratori
L’app aiuta i ristoratori, inoltre, ad essere più trasparenti, anche in ottica delle regole UE previste per l’etichettatura dei prodotti che impongono un registro degli alimenti, obbligatorio a partire dal gennaio 2016 e che - di fatto - l’app, con questo modello, aiuta a creare. I ristoratori hanno così un proprio profilo che, a breve, potrà essere gestito da loro stessi, soprattutto per venire incontro a chi cambia il proprio menù quotidianamente. «Abbiamo un profilo base di 9,90 euro al mese dove i ristoratori godono anche di alcuni servizi di social marketing - ci racconta ancora Claudio - oppure un profilo premium di 19.90 euro per il quale prevediamo anche la pubblicazione di contenuti editoriali su testate gastronomiche e i nostri servizi di consulenza». Per gli uteti, invece, l'app è gratuita.
Verso il mercato europeo
L’obiettivo per il team che conta anche Sara Romano e Antonio Maria Tenace, è quello - ovviamente - di internazionalizzare il proprio servizio, entrando nel mercato europeo e nord americano nei prossimi tre anni. «L’obiettivo nostro è anche quello di sensibilizzare i ristoratori a un livello di trasparenza più elevato - conclude Claudio -. Soprattutto qui in Italia, dove la cucina è la nostra vera forza».
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