17 agosto 2025
Aggiornato 22:00
innovazione

Tre startup che stanno cambiando il modo di cucinare e mangiare

Il Made in Italy è da sempre apprezzato in tutto il mondo, sia a livello di prodotti locali che a livello di cucina. Ecco 3 startup che cambiano il nostro modo di conpire una delle caratteristiche più belle della nostra Italia

ROMA - Si sa, quando si parla di cibo, non si può non fare riferimento all’Italia e soprattutto alla cucina Made in Italy che non parla solo la lingua di pentole, casseruole e fornelli, ma anche di prodotti naturali, a km0 e di alta qualità. E allora in un mondo dove l’innovazione la fa da padrone, anche le startup si sono lanciate nel settore food con notevoli risultati. Ecco le tre startup che, secondo noi, stanno già cambiando il modo di fare cucina.

Gnammo
Chi non ha mai partecipato a un evento Gnammo? Quando per caso ti ritrovi per la prima volta a una cena organizzata dalla startup Gnammo, il fatto di non esserci mai stati, sembra quasi impossibile. I commensali seduti al tavolo ti guardano dall’alto in basso, stupendosi del fatto che «No, non sono mai stata a una cena ‘Gnammo’ e questa è la prima». Già, perché per gli appassionati di social eating, Gnammo non è soltanto un modo per apprezzare la buona cucina, ma soprattutto per fare conoscenza. Gnammo, startup incubata presso l'I3P del Politecnico di Torino, è ormai da anni considerato unanimemente il più grande e attivo portale italiano dedicato alla ristorazione alternativa e agli eventi conviviali casalinghi. Permette a chiunque, semplice appassionato o più esperto, di organizzare eventi food in casa propria condividendo i posti a tavola con gli altri membri della community. La recente partnership con Meetic, la rende una startup davvero interessante: un nuovo modo di concepire la cucina, dal social al tavola, ritrovando il piacere della conviviali vera a dispetto di quella puramente virtuale.

Mylbread
La riscoperta delle antiche tradizioni, condita con l’innovazione, per combattere piaghe feroci come quella della malnutrizione (costume sempre più accentuato anche in Italia). E’ Mylbread, una piattaforma che permette di acquistare il pane artigianale a domicilio. In un contesto dove il fast food ha preso il sopravvento e l’utente preferisce i grandi supermarket alle piccole botteghe, Mylbread si pone come un ritorno alle tradizioni, soprattutto quelle del pane, alimento che dall’antichità segna il nostro vivere quotidiano. «L’idea è stata quella di dare risalto ai piccoli e medi panificatori - ci racconta Elena Galli di Mylbread -. A causa dei tempi rosicati e della crisi, molte famiglie preferiscono fare la spesa al supermercato, a discapito della qualità dei prodotti. Le panetterie nostre partner da cui ci riforniamo sono scelte con cura, sulla base di criteri ben precisi e con un occhio alla qualità del prodotto». Niente produzione di massa: i panifici selezionati di Mylbread usano solo lievito madre e farine di grani pregiati: in questo modo il pane ottenuto è senza dubbio di alta qualità.

Quomi
E se invece volessimo cucinare, ma non sapessimo da dove iniziare o, semplicemente non avessimo il tempo di dirigerci al supermercato? Complici i ritmi di vita frenetici che rendono difficile il ritorno delle donne-massaie, la cucina tra le mura domestiche sta diventando sempre più infattibile. A questa esigenza ci ha pensato Quomi, startup innovativa che ha sviluppato il servizio di food delivery in Italia, con l’obiettivo di cambiare il modo in cui gli italiani cucinano e mangiano tra le mura domestiche. Quomi consegna gratuitamente – a casa o in ufficio – ingredienti italiani di alta qualità, freschi e già dosati per iniziare subito a cucinare. Ogni settimana, sulla piattaforma, è online un menù con 9 ricette facili e gustose, selezionate da chef professionisti, tenendo conto della stagionalità dei prodotti e delle specialità regionali della cucina italiana. Una volta scelte le ricette preferite, Quomi farà la spesa per gli utenti e la settimana successiva recapiterà in comode scatole gli ingredienti già dosati e le istruzioni per cucinare. Insomma, un po’ come un maggiordomo che vi fa la spesa e vi dà una mano ai fornelli.