29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
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Come si fa il pitch perfetto

Presentarsi agli investitori oppure anche soltanto a un programma di accelerazione non è un gioco da ragazzi: non basta presentare un'idea. Ecco come dovrebbe essere il pitch perfetto per una startup

Il pitch perfetto
Il pitch perfetto Foto: Shutterstock

TORINO - Per chi vuole fare startup il pitch è uno dei primi scogli da superare. Il tempo scorre inesorabile, le lancette sull’orologio sembrano muoversi più velocemente di quanto accada nella normalità: lo startupper ha davvero pochissimo tempo (in linea di massima 3-4 minuti) per esporre la sua idea e fare in modo che risulti vincente. Ma come si fa il pitch perfetto?

Cos’è un pitch
Innanzitutto la parola pitch non è altro che la diminuzione della locuzione inglese «elevator pitch» ossia «lancio sull’ascensore», una locuzione che ben si addice alla natura incontaminata della startup. Sembra semplice, in fin dei conti è come dare un esame all’università davanti a una commissione, no? Non esattamente, perché, nell’elaborazione e presentazione di un pitch ci sono alcune fondamentali regole da seguire e che permettono di rendere la propria idea più appetibile a qualsiasi business angel o programma di accelerazione che sia intenzionato a prendervi sotto la sua ala.

Come si realizza il pitch perfetto
Si parte dal problema: l’abbiamo detto molte volte. E’ necessario portare all’attenzione di chi ascolta qual èl’effettiva esigenza che intendete risolvere e soprattutto, il numero più preciso possibile di persone che hanno quel problema e quindi quel bisogno. Il vostro mercato, infatti, sarà costituito potenzialmente proprio da queste persone. Il terzo step è costituito dall’idea e quindi dalla soluzione che avete trovato per risolvere quel determinato bisogno. In quarta battuta è necessario presentare nel dettaglio il processo di sviluppo dell’idea, cioè come intendete realizzare il vostro progetto e soprattutto in quanto tempo. Un pitch deve necessariamente indicare il modello di business che la startup intende seguire. Dovete far capire nel dettaglio come l’ipotetica impresa starà in piedi, quindi come produrrà il proprio guadagno. Non preoccupatevi di essere «umili», portate cifre precise e dati che validano il vostro modello di business. Chi vi dà dei soldi (o comunque un contributo di qualsiasi tipo) vuole sapere come e in quali quantità questi fondi potranno ritornagli indietro. Un altro tassello importantissimo di un pitch è il team: alcuni sostengono addirittura che, nella presentazione del progetto, l’informazione relativa alla componente umana della startup, persone e loro rispettivi ruoli, vada presentata ancor prima del modello di business e questo perché, come abbiamo detto più volte, l’incompletezza o lo smembramento del team è una delle principali cause di fallimento precoce di una startup. Prima di presentarvi a un pitch assicuratevi che la vostra squadra sia completa e che tutti i profili necessari siano ricoperti in modo adeguato.

Il vantaggio temporale e il capitale
Per rendere il vostro progetto appetibile dovete eliminare qualsiasi barriera d’ingresso. Questo tendenzialmente si traduce nel vantaggio temporale che la startup ha rispetto ad altre, ovvero quanto può essere veloce il processo di sviluppo dell’idea prima che qualcun altro arrivi a formulare un progetto analogo. A livello concreto si traduce in quanto tempo il team è in grado di produrre massa critica ed entrare sul mercato. Più è veloce il processo di sviluppo, più avete possibilità di aver successo. Un pitch può essere fatto sia per presentarsi a un programma di accelerazione sia per ottenete fondi. In quest’ultimo caso è necessario specificare non tanto quanti soldi servono, ma soprattutto per cosa servono. Molti startupper tendono a chiedere fondi per lo sviluppo dell’idea, mentre dovrebbero destinare una percentuale considerevole di questi fondi per attuare al meglio strategie di marketing. Non è un gioco da ragazzi, preparare il pitch perfetto è una cosa seria: va studiato e curato nei minimi dettagli. E soprattutto, dev’essere veloce: cercate di non superare mai i 3 minuti. Dimostrerete non solo capacità di sintesi, ma soprattutto di aver ben chiaro chi volete raggiungere e come.