Facebook, la pubblicità e i dubbi delle grandi aziende
Cresce il numero di aziende come Nissan che hanno deciso di sospendere le loro inserzioni pubblicitarie su Facebook dopo che le loro campagne sono apparse vicino a post offensivi
NEW YORK - Cresce il numero di aziende come Nissan che hanno deciso di sospendere le loro inserzioni pubblicitarie su Facebook dopo che le loro campagne sono apparse vicino a post offensivi. Le società sottolineano i rischi che si nascondono dietro la nuova forma di pubblicità mirata, attraverso la quale gli utenti vengono raggiunti da messaggi promozionali costruiti sulla base dei loro gusti e delle loro ricerche sul web.
I DUBBI RESTANO - Insieme all'azienda di auto giapponese anche Nationwide, gruppo attivo nel comparto finanziario del Regno Unito, e la multinazionale Unilever hanno deciso di sospendere il loro rapporto con il social network in attesa che il problema venga risolto. I tre marchi hanno visto le loro inserzioni comparire al fianco di contenuti pubblicitari con sfumature misogino. E in poche ore hanno fatto il giro della rete.
Come rivela il Financial Times per Facebook è un momento fondamentale: deve riuscire a controllare i contenuti che vengono pubblicati per evitare che finiscano vicino a inserzionisti con una reputazione da difendere. Nei primi tre mesi del 2013 il gruppo californiano ha generato ricavi di 1,46 miliardi di dollari, con un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo dello stesso anno soprattutto grazie all'implementazione di nuovi strumenti che permettono agli inserzionisti di indirizzare le loro pubblicità ai singoli utenti. Facebook ha subito rimosso i messaggi, ma i dubbi restano.
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