19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
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Gli italiani, la tecnologia, e il benessere psico-fisico

I risultati dell’indagine demoscopica di AstraRicerche per l’Osservatorio Yakult

ROMA - Qual è il rapporto degli Italiani con la tecnologia? Ce lo sintetizza la ‘torta’ qui sotto riportata, la quale mostra che il 37.7% dei nostri connazionali non ama o addirittura disprezza e odia tutto ciò che è tecnologico (sono 14.3 milioni di 18-64enni); il 32.7% la accetta ma senza entusiasmo (il totale è di 12.4 milioni); il 29.5% (pari a 11.2 milioni) è fatto da veri e propri fans della tecnologia, in più di un caso su dieci (1.6 milioni) persino suoi schiavi, techno-addicts (in inglese: ‘drogati’ di prodotti e soluzioni tecnologiche).

Indice di ‘tecnofilia’
L’analisi delle accentuazioni fornisce alcune sorprese. È ovvio, per esempio, che gli ostili alla tecnologia siano più della media residenti al sud e al di fuori delle città mediograndi e grandi, con la licenza media o elementare, casalinghe; ma è inatteso che la tecnofobia sia più presente tra i 25- 34enni. All’opposto, i tecnofili più convinti si trovano in particolare tra i 55-64enni, nei comuni medio-piccoli tra i 10mila e i 30mila abitanti (oltre che nelle regioni ‘rosse’: Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria con la Liguria), tra gli operai e i commessi (così come tra gli imprenditori, i dirigenti, i liberi professionisti), tra i soggetti che influenzano gli altri, fanno tam tam, attivano fenomeni ‘virali’.

Se vogliamo approfondire un po’ l’analisi dei punti di forza e di debolezza della tecnologia, possiamo osservare che i suoi fautori la apprezzano perché essa consente di fare molte cose e di essere più efficienti (46%), spesso aiuta a comunicare con gli altri (42%), è innovativa e avanzata (41%), semplifica la vita (39%). I suoi critici – assai più deboli – lamentano che la tecnologia renda più immobili e sedentari (4%), frequentemente faccia sì che le persone restino sole e isolate (4%), sia come una droga che rende dipendenti (3%), costi troppo (2%), risulti del tutto incomprensibile (2%).

Viene da chiedersi: esistono dei nessi tra tecnologia, benessere psico-fisico e felicità? La risposta è positiva, almeno sulla base dei numerosi dati raccolti da AstraRicerche per l’Osservatorio Yakult.

Vediamo prima qual è il benessere psico-fisico degli Italiani adulti, sintetizzato nell’Indice che si può vedere alla fine di questo paragrafo. Ebbene, ben il 40% dei nostri connazionali parla non di benessere ma di vero e proprio malessere: si tratta di 15.1 milioni di 18-64enni, che sono specie donne (44%), 18-24enni (47%) e 45-54enni (45%), residenti in Lazio/Abruzzo/Molise/Sardegna (45%) e nei comuni con meno di 10mila abitanti (44%), con titolo di studio e con reddito/consumi inferiori alla media (48%), casalinghe (48%) e salariati (46%) con studenti, non occupati e lavoratori autonomi (45%). Il 29% non appartiene né all’area del malessere né a quella del benessere (11.0 milioni: specie i 35-44enni e i 55-64enni, i residenti nei comuni tra i 30mila e i 250mila abitanti, i diplomati, gli impiegati/quadri/ insegnanti e i pensionati). Infine, solo il 29% - ossia 11.8 milioni - si dice caratterizzato da un vero e proprio benessere psico-fisico: al di sopra della media i 25-34enni (38%), i residenti nel Triveneto e al sud (35%), i laureati (36%), i soggetti con reddito e consumi medio-alti/alti (ben 45%), coloro che sono ‘opinion leaders diffusi’ attivando fenomeni ‘virali’.

Indice di ‘benessere psico-fisico personale’ E la felicità? Il 35% degli Italiani si definisce infelice; il 32% né infelice né davvero felice; il 33% ricco di soddisfazione esistenziale.

Ora, uno dei risultati più interessanti di questa indagine demoscopica commissionata dall’Osservatorio Yakult è questo: il benessere psico-fisico è legato alla propria felicità dichiarata, tanto che coloro che si dicono pienamente soddisfatti della loro esistenza hanno ben il 58% di probabilità in più di godere d’un vero wellness. Nel contempo, i tecnofobi hanno l’11% di probabilità in più – rispetto alla media – di dichiararsi infelici e il 16% di probabilità in più di soffrire di malessere psico-fisico. Con un’aggiunta curiosa: il consumo di Yakult è maggiore della media sia tra i tecnofili (del 37%), sia tra gli ‘opinion leaders diffusi’ (addirittura del 62%), sia tra gli Italiani che si definiscono felici (+36%), sia tra la minoranza di coloro che godono di un buon benessere psico-fisico (+32%).