29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Spazio & Cosmo

La Nasa venderà ai privati gli space shuttle

In vista del prossimo pensionamento delle navette

WASHINGTON - Ha volato più in alto e più velocemente di qualsiasi altra macchina mai costruita dall'uomo, ma a un costo di 42 milioni di dollari rimaneva un giocattolo un po' troppo estremo: ma in vista del (probabile) prossimo pensionamento alla fine del 2010 la Nasa ha deciso di cedere gli Space Shuttle per meno di 30 milioni di dollari ciascuno.

Come riporta il quotidiano britannico The Independent la «Discovery» (con alle spalle 37 missioni e il cui contachilometri sdegna 5.247 orbite) è già stato promesso allo Smithsonian Institute, ma «Atlantis» ed «Endeavour» sono ancora disponibili a 28,2 milioni di dollari; e pur di far cassa la Nasa potrebbe decidere di vendere anche il prototipo delle navette, l'«Enterprise».

Se il costo è ancora troppo alto, il vero affare è costituito dai motori delle navette, non necessari una volta che queste siano parcheggiate in un museo: il prezzo di listino era compreso fra i 400mila e gli 800mila dollari ma vista la mancanza di acquirenti la Nasa li offre gratis, basta che l'acquirente abbia i mezzi per portarseli a casa.

La flotta degli space shuttle - persa la decana «Columbia» nell'incidente del 2002 - comprende attualmente la «Atlantis», la «Discovery» e la «Endeavour» - l'ultima navetta ad essere costruita per sostituire la «Challenger», esplosa al decollo nel 1986. Il primo space shuttle ad essere costruito, «Enterprise» (altro nome di diverse navi da guerra ultima delle quali una portaerei nucleare, ma battezzato in tal modo su richiesta dei fan di Star Trek), è rimasto un modello statico e non è stato mai dotato di propulsori, dopo che i tecnici decisero di apportare alcune modifiche al progetto originale.

Il nuovo programma spaziale statunitense - che nelle intenzioni dell'Amministrazione Bush dovrebbe riportare l'uomo prima sulla Luna e poi su Marte - si chiama «Constellation», nome scelto da un'azienda pubblicitaria newyorchese. La Casa Bianca aveva calcolato in 230 miliardi di dollari nei prossimi 20 anni la spesa necessaria, dei quali 8 miliardi già appaltati e tre miliardi già spesi: in corso sono la progettazione e sviluppo della nuova capsula Orion e del relativo vettore Ares I, il cui primo test di lancio è stato effettuato con successo nell'ottobre scorso; per la prima missione con equipaggio si dovrà invece attendere il 2015.

L'intero programma spaziale potrebbe però essere rivisto dall'Amministrazione Obama, anche alla luce della crisi economica globale: la rivalutazione ruota essenzialmente attorno al possibile mantenimento della flotta degli space shuttle oltre la data di ritiro prevista del 2010, scelta che costerebbe circa tre miliardi di dollari l'anno oltre ad aumentare il rischio di incidenti mortali.

L'Amministrazione Obama potrebbe però decidere di non vedere l'accesso alla Stazione Spaziale Internazionale «Alpha» limitato per cinque anni alle sole navette russe e dell'Esa. Quale che sia la scelta definitiva, non pochi ricercatori sono preoccupati tuttavia dal fatto che nei prossimi anni il budget della Nasa sarà sempre più assorbito dal nuovo programma, a scapito non solo delle missioni shuttle e quindi della possibilità di riparare le sonde e i satelliti già in orbita, ma anche dei nuovi lanci per scopi scientifici.