2 ottobre 2025
Aggiornato 23:30

Spazio: domani lancio shuttle «Atlantis» per riparazione «Hubble»

Sulla rampa pronto anche l'«Endeavour»

Cape Canaveral (Florida) - E' previsto per le 20.01 ora italiana di domani il lancio dello space shuttle «Atlantis», impegnato in una delle missioni più attese - e pericolose - dalla comunità scientifica, la riparazione del telescopio spaziale «Hubble».

L'incognita della missione dell'Atlantis - e il motivo per cui la Nasa si è rifiutata per anni di acconsentirvi, nonostante le pressioni degli scienziati - è infatti la mancanza di un approdo di emergenza in caso di guasto o danneggiamento dello scudo termico al lancio: Hubble si trova infatti su un'orbita diversa dalla Stazione Spaziale Internazionale, in grado di accogliere l'equipaggio per un periodo di tempo sufficiente al lancio di una nuova navetta o di effettuare una riparazione in orbita.

Di qui la necessità di avere già disponibile un secondo shuttle - L'Endeavour, anch'esso già in rampa di lancio - pronto a partire entro sei giorni con un equipaggio minimo: in caso di rientro impossibile i sette astronauti dell'Atlantis potrebbero infatti resistere nello spazio per non oltre 25 giorni, il tempo massimo di durata delle scorte di ossigeno. Altro rischio legato all'orbita alta in cui si trova parcheggiato lo Hubble è la maggiore possibilità di impatto di micrometeoriti o di altri «detriti spaziali».

La missione dell'Atlantis permetterà di prolungare fino al 2014 la vita operativa del telescopio, che recentemente ha sofferto di numerosi guasti meccanici: nelle ben cinque attività extraveicolari previste verranno cambiati i sei giroscopi, le batterie, il sistema di protezione termica e il sistema informatico, mentre verranno installati due nuovi apparecchi, uno spettrografo per raggi cosmici e un obbiettivo grandangolo; il tutto dovrebbe migliorare da 10 a 70 volte le capacità dello Hubble, in grado così di rilevare oggetti risalenti a 500 milioni di anni dopo il Big Bang contro l'attuale miliardo di anni.

Inizialmente la Nasa si era detta perplessa sulla possibilità di un utilizzo dello space shuttle, sia per i persistenti problemi alla navetta - che solo da poco ha ripreso i voli regolari dopo cinque anni di sospensione - che per l'insufficiente aumento dei finanziamenti destinati alla Nasa: era prevista solo la visita di una sonda robot che avrebbe avuto il compito di inserire il telescopio su un'orbita di decadimento tale da farlo precipitare nell'Oceano al termine della sua vita operativa.

Una possibile alternativa era quella di una missione robotizzata che non avrebbe tuttavia sostituito il sistema di protezione termica (progettato per mantenere determinati strumenti alla temperatura ottimale di funzionamento) e alcuni sensori; alternativa poi scartata perché ritenuta tecnologicamente troppo complicata.

La decisione di mettere fine alla missione Hubble aveva suscitato la rabbia della comunità scientifica e di non pochi membri del Congresso. Il nuovo budget della Nasa stanzia 9,6 miliardi di dollari per i progetti scientifici e di esplorazione e altri 6,7 miliardi per le applicazioni fra le quali le missioni shuttle - che dovrebbero essere terminate entro il 2010 - e la Stazione Spaziale Internazionale 'Alpha'.

La priorità, come annunciato nel 2005 dalla Casa Bianca e in attesa di quel che vorrà fare l'Amministrazione Obama, alle prese con la crisi economica, rimane quella di un ritorno in grande stile sulla Luna entro il 2020, per poi raggiungere Marte: il programma «Constellation». Lo Hubble viene però considerato dagli astronomi ancora uno strumento di assoluta avanguardia, anzi insostituibile: non vi è nulla di simile in orbita per quanto riguarda l'astronomia nel campo della radiazione visibile; le moderne reti di telescopi sulla Terra possono raggiungere in alcuni casi la stessa risoluzione, ma l'atmosfera terrestre li rende 'ciechi' all'infrarosso e all'ultravioletto.

Proprio l'infrarosso dovrebbe essere il punto di forza del «James Webb Space Telescope», il cui lancio è in programma per il 2013 e che dovrà lavorare fianco a fianco con lo Hubble per poi sostituirlo. Il telescopio era stato così battezzato in onore di Edwin Hubble, l'astronomo americano a cui si deve la costante che definisce il tasso di espansione dell'universo.