1 maggio 2024
Aggiornato 04:00

Studio svedese associa telomeri e invecchiamento

Lo studio, pubblicato nella rivista PLoS Genetics, è stato in parte supportato dal progetto TELOMARKER

Un gruppo di ricercatori svedesi, sostenuti da un finanziamento dell'Unione europea, ha dimostrato che con l'avanzare dell'età l'accorciamento dei telomeri (le strutture protettive poste alle estremità dei cromosomi) varia da persona a persona e dipende dalla lunghezza originale dei telomeri. Sebbene alcuni studi precedenti svolti sulla popolazione avessero indicato che i telomeri potessero essere utilizzati per prevedere la durata di vita, questa nuova ricerca dimostra che il processo è in realtà decisamente più complesso di quanto si ritenesse.

Lo studio, pubblicato nella rivista PLoS Genetics, è stato in parte supportato dal progetto TELOMARKER («Identification and characterisation of novel human telomere-related biomarkers that aid cancer management by improving patient diagnosis, treatment selection, response monitoring, and drug development«) che ha ricevuto un finanziamento pari a 2,8 milioni di euro in riferimento all'area tematica dedicata alla salute del Settimo programma quadro (7°PQ).

Elizabeth Blackburn, tra i primi ricercatori a scoprire i telomeri negli anni Settanta del secolo scorso, ha paragonato le strutture finali protettive e ricche di DNA dei nostri cromosomi ai «puntali dei lacci delle scarpe che impediscono che si sfilaccino». I telomeri contengono informazioni genetiche preziose e forniscono la stabilità che impedisce la fusione dei cromosomi, fattore che può determinare l'insorgenza di un tumore.

Quando le celle si dividono, i telomeri vengono distrutti per poi essere rigenerati da un enzima definito «telomerasi trascrittasi inversa». Questo enzima, tuttavia, non rigenera il telomero in tutta la sua lunghezza e la struttura si accorcia ogni volta che la cella si divide: una cellula normale viene distrutta nel momento in cui i telomeri spariscono completamente. Numerose neoplasie sono dovute proprio ad alcune «cellule immortali» in grado di sopravvivere alla perdita dei telomeri.

Gli studi svolti in passato hanno evidenziato che i pazienti affetti da tumori associati al fumo presentano telomeri più corti rispetto agli individui sani. Proprio questo punto ha portato a supporre che, su base percentuale, i telomeri più corti possano indicare una predisposizione ad alcuni tipi di tumori. Fino ad oggi sono mancate però le prove del legame esistente tra il tasso di accorciamento dei telomeri e l'insorgenza di tumori.

In questo studio, il gruppo di ricercatori guidato dal professor Göran Roos dell'università di Umeå ha analizzato l'accorciamento dei telomeri di 959 individui che hanno donato campioni di sangue a distanza di alcuni anni (da 9 a 11). Alcuni dei soggetti presi in esame avevano sviluppato neoplasie nel lasso di tempo intercorso tra i vari prelievi. Gli scienziati hanno osservato, con sorpresa, che mentre il tasso di accorciamento dei telomeri era strettamente correlato alla lunghezza iniziale degli stessi, questo dato non aveva alcuna relazione con lo sviluppo del tumore negli stadi più avanzati.

Il gruppo campione, infatti, pur presentando un tasso di riduzione della lunghezza dei telomeri pari a quello previsto, mostrava differenze significative tra i singoli individui. Circa nel 30% dei soggetti è stato osservato un allungamento dei telomeri nel lasso di tempo preso in esame. Tuttavia, secondo quanto affermato nello studio «i soggetti che avevano i telomeri più lunghi al primo prelievo di sangue, col passare del tempo presentavano l'accorciamento dei telomeri più significativo e viceversa.»

Il risultato indica che il meccanismo di preservazione dei telomeri protegge i telomeri più corti, ma si ritiene che vi siano altri fattori in grado di influenzare il tasso di accorciamento di queste strutture. La lunghezza dei telomeri riscontrata in occasione del primo prelievo spiega solo il 57% delle variazioni della percentuale di accorciamento; il restante 43% può essere spiegato da altri fattori quali lo stile di vita, lo stress ossidativo e i processi infiammatori.

«Nei pazienti oncologici è stata osservata una lunghezza anormale dei telomeri nelle cellule sanguigne» si legge nello studio «ma nel campione preso in esame, che comprende 314 individui a cui è stato diagnosticato un tumore maligno in seguito al secondo prelievo, non vi è alcuna correlazione tra la lunghezza dei telomeri e una successiva diagnosi di cancro.» Tuttavia, i dati evidenziano una certa relazione tra il cancro alla prostata e una lunghezza ridotta dei telomeri nove anni prima della diagnosi del tumore: una scoperta che merita ulteriori studi.

Contrariamente alla tesi secondo la quale la lunghezza dei telomeri a una certa età può indicare la durata della vita, questi risultati dimostrano che la regolazione della lunghezza dei telomeri nel corso della vita è più complessa di quanto finora ritenuto. È significativo che gli autori suggeriscono che «è altrettanto possibile prevenire una perdita eccessiva di telomeri seguendo uno stile di vita sano».

Per ulteriori informazioni, visitare:

Consiglio svedese della ricerca:
http://www.vr.se

Università di Umeå:
http://www.umu.se/

PLoS Genetics:
http://www.plosgenetics.org/