19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
L'articolo proibito

Il vaccino SputnikV per la collaborazione globale contro la pandemia

Questo articolo di opinione racconta la storia dietro la creazione del vaccino russo contro il COVID-19 e sottolinea la volontà della Russia di cooperare con la comunità internazionale

Il vaccino SputnikV per la collaborazione globale contro la pandemia
Il vaccino SputnikV per la collaborazione globale contro la pandemia Foto: Ufficio Stampa

tratto da Sputnik News

Il «momento Sputnik» è arrivato. Il vaccino russo «Sputnik V» è stato lanciato diventando il primo vaccino COVID-19 registrato al mondo e rievocando i ricordi del lancio shock nel 1957 del satellite sovietico, che aprì lo Spazio all'esplorazione umana. Quella nuova portò non solo alla competizione ma anche a molti sforzi di collaborazione, inclusa la missione congiunta Apollo-Soyuz degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica.

Un vaccino COVID-19 è la priorità numero uno al mondo in questo momento e molti paesi, organizzazioni e aziende, affermano di essere vicine a svilupparne uno. Entro la fine di quest'anno alcuni altri paesi potrebbero avere i propri vaccini. È importante che le barriere politiche non impediscano che le migliori tecnologie disponibili vengano utilizzate a beneficio di tutte le persone di fronte alla sfida più grave cui l'umanità si trova a dover affrontare da decenni.

Sfortunatamente, invece di esaminare la scienza dietro la collaudata piattaforma di vaccini basata sui vettori adenovirali (virus a DNA) che la Russia ha sviluppato, alcuni politici e media internazionali hanno scelto di concentrarsi sulla politica e sui tentativi di minare la credibilità del vaccino russo. Crediamo che un tale approccio sia controproducente e chiediamo un ‘cessate il fuoco’ politico sui vaccini di fronte alla pandemia COVID-19.

E’ ampiamento noto in tutto il mondo che la Russia sia stata per secoli uno dei leader mondiali nella ricerca sui vaccini. L'imperatrice russa Caterina la Grande diede l'esempio nel 1768 quando ricevette la prima vaccinazione contro il vaiolo nel Paese, 30 anni prima che fosse fatta la prima vaccinazione negli Stati Uniti.

Nel 1892 lo scienziato russo Dmitri Ivanovsky osservò un effetto insolito mentre studiava le foglie di tabacco infettate dal virus del mosaico. Le foglie rimanevano infettive anche dopo che lo scienziato aveva filtrato i batteri. Sebbene fosse ancora quasi mezzo secolo prima che il primo virus potesse essere visto al microscopio, furono proprio gli studi di Ivanovsky a dare vita alla scienza chiamata virologia.

Dalla scoperta di Ivanovsky in poi, la Russia è sempre stata uno dei leader mondiali nella virologia e nella ricerca sui vaccini, producendo decine di scienziati di talento come il ricercatore Nikolay Gamaleya, che ha studiato presso il laboratorio del biologo francese Louis Pasteur a Parigi e ha aperto il secondo centro per la vaccinazione al mondo contro la rabbia in Russia nel 1886.

L'Unione Sovietica ha continuato a sostenere la ricerca su virus e vaccini. Tutti i nati dopo la Seconda guerra mondiale hanno ricevuto vaccinazioni obbligatorie contro la poliomielite, la tubercolosi e la difterite. In un raro esempio di cooperazione nell'Era della Guerra Fredda, tre importanti virologi sovietici si recarono negli Stati Uniti nel 1955 per ottenere l’opportunità di test nell'Unione Sovietica per un vaccino statunitense contro la poliomielite, la mortale malattia che costò milioni di vite. Se siamo stati in grado di cooperare allora, possiamo e dobbiamo farlo di nuovo ora.

Decenni di sforzi da parte di scienziati russi e sovietici hanno portato alla creazione di un'eccellente infrastruttura di ricerca, come il Centro nazionale di epidemiologia e microbiologia intitolato a Nikolai Gamaleya. Questo istituto vanta una delle più ricche ‘biblioteche di virus’ al mondo, creata utilizzando una tecnica di conservazione unica, nonché centri sperimentali di allevamento di animali. Siamo orgogliosi di questa eredità, che ci ha permesso di creare il primo vaccino COVID-19 approvato al mondo. Abbiamo già ricevuto richieste internazionali per 1 miliardo di dosi del nostro vaccino e abbiamo raggiunto accordi internazionali per produrre 500 mln di dosi all'anno con l'intenzione di ulteriori incrementi.

Il vero segreto

Oggi, molti media e politici occidentali mettono in dubbio la velocità della creazione del vaccino COVID-19 in Russia, sollevando dubbi sulla sua efficacia e autenticità. Il segreto di questa velocità è l'esperienza della Russia nella ricerca sui vaccini. Dagli anni '80, il Centro Gamaleya ha guidato gli sforzi per sviluppare una piattaforma tecnologica utilizzando gli adenovirus, presenti nelle adenoidi umane e che normalmente trasmettono il comune raffreddore, come ‘vettori’ o veicoli, per introdurre materiale genetico dal virus ad altra cellula. Il gene dell'adenovirus, che causa l'infezione, viene rimosso mentre viene inserito un gene con il codice di una proteina di un altro virus. Questo elemento inserito non è una parte pericolosa di un virus ed è sicuro per il corpo, al contempo aiuta il sistema immunitario a reagire e produrre gli anticorpi, che ci proteggono dall'infezione.

La piattaforma tecnologica di vettori basati sugli adenovirus rende più facile e veloce la creazione di nuovi vaccini modificando il vettore iniziale con materiale genetico proveniente da nuovi virus emergenti. Tali vaccini provocano una forte risposta da parte dell’organismo umano creando l'immunità al virus mentre il processo complessivo di modifica del vettore e produzione su scala pilota richiede solo pochi mesi.

Gli adenovirus umani sono considerati tra i più facili da ingegnerizzare in questo modo e quindi sono diventati molto popolari come vettori. Dall'inizio della pandemia COVID-19, tutto ciò che i ricercatori russi hanno dovuto fare è stato estrarre un gene codificante del nuovo coronavirus e impiantarlo in un vettore familiare di adenovirus per il rilascio in una cellula umana. Hanno deciso di utilizzare questa tecnologia già collaudata e disponibile invece di addentrarsi in un territorio inesplorato.

Gli studi più recenti indicano anche che sono necessari due richiami di vaccino per creare un'immunità duratura. Dal 2015 i ricercatori russi hanno lavorato ad un approccio a due vettori da cui l'idea di utilizzare due tipi di vettori adenovirali, l’Ad5 e l’Ad26, nel vaccino COVID-19. In questo modo ingannano il corpo, che ha sviluppato l'immunità contro il primo tipo di vettore, e aumentano l'effetto del vaccino con il secondo richiamo utilizzando un vettore diverso. È come se due treni consegnassero un carico importante ad una fortezza nel corpo umano che ha bisogno della fornitura per iniziare a produrre anticorpi. Serve il secondo treno per essere sicuri che il carico raggiunga la sua destinazione. Il secondo treno dovrebbe essere leggermente diverso dal primo, che è già stato attaccato dal sistema immunitario del corpo e gli è già familiare. Quindi, mentre altri produttori di vaccini hanno un solo treno, noi ne abbiamo due.

È proprio grazie a questo approccio a due vettori che il Centro Gamaleya ha sviluppato e registrato anche un vaccino contro la febbre Ebola. Questo vaccino è stato utilizzato su diverse migliaia di persone negli ultimi anni creando una piattaforma collaudata che è stata utilizzata per il vaccino COVID-19. Circa 2.000 persone in Guinea hanno ricevuto iniezioni del vaccino Gamaleya nel 2017-18 e il Centro Gamaleya ha un brevetto internazionale per il suo vaccino contro l'Ebola.

Approccio a due vettori

Il Centro Gamaleya ha utilizzato vettori adenovirali per sviluppare vaccini contro l'influenza e contro la sindrome respiratoria mediorientale (MERS). Entrambi i vaccini sono attualmente in fase avanzata di sperimentazione clinica. Questi risultati mostrano che i laboratori russi non hanno perso tempo negli ultimi decenni, mentre l'industria farmaceutica internazionale ha spesso sottovalutato l'importanza della ricerca sui nuovi vaccini in assenza di minacce per la salute globale prima della pandemia COVID-19.

Altri paesi seguono le nostre orme sviluppando vaccini basati su vettori adenovirali. L'Università di Oxford sta utilizzando l’adenovirus di una scimmia, che non è mai stato utilizzato in un vaccino approvato prima, a differenza degli adenovirus umani. La società statunitense Johnson & Johnson sta utilizzando l'adenovirus Ad26 e la cinese CanSino – l’adenovirus Ad5, gli stessi vettori che utilizza il Gamaleya Center, ma devono ancora padroneggiare l'approccio a due vettori. Entrambe le società hanno già ricevuto ingenti ordini di vaccini dai rispettivi governi.

L'uso di due vettori è la tecnologia unica, sviluppata dagli scienziati del Centro Gamaleya, che differenzia il vaccino russo dagli altri vaccini basati su vettori adenovirali in fase di sviluppo in tutto il mondo. I vaccini basati su vettori adenovirali hanno anche chiari vantaggi rispetto ad altre tecnologie come i vaccini a mRNA (RNA messaggero).

I potenziali vaccini a mRNA, in fase di sperimentazione clinica negli Stati Uniti e in altri paesi, non utilizzano vettori per il rilascio e rappresentano una molecola di RNA con codice proteico del coronavirus avvolto in una membrana lipidica. Questa tecnologia è promettente ma i suoi effetti collaterali, in particolare l'impatto sulla fertilità, non sono ancora stati studiati a fondo. Nessun vaccino a mRNA ha ancora ricevuto l'approvazione normativa nel mondo. Crediamo che nella corsa globale ai vaccini per combattere il coronavirus i vaccini a base di vettori adenovirali saranno i vincitori e che rispetto alla tecnologia mRNA il vaccino Gamaleya sia in vantaggio.

Affrontare lo scetticismo

Il vaccino russo è ora pronto e registrato. Le prime due fasi della sperimentazione clinica sono terminate e i loro risultati saranno pubblicati questo mese in linea con i requisiti internazionali. Questi documenti forniranno informazioni dettagliate sul vaccino, inclusi i livelli esatti di anticorpi come mostrato da diversi test di terze parti e dal test di proprietà di Gamaleya, che identifica gli anticorpi più efficienti che attaccano il picco del coronavirus. Mostreranno anche che tutti i partecipanti agli studi clinici hanno sviluppato un'immunità del 100% al COVID-19. Studi effettuati sui criceti siriani, animali che di solito muoiono a causa del COVID-19, hanno mostrato una protezione del 100% e un'assenza di danni ai polmoni dopo aver ricevuto una dose di infezione letale. Dopo la registrazione condurremo sperimentazioni cliniche internazionali in altri 3 paesi. La produzione di massa dovrebbe iniziare entro settembre e vediamo già un forte interesse globale per il nostro vaccino.

Lo scetticismo tra i media internazionali e i politici è emerso proprio quando la Russia ha annunciato i suoi piani per la produzione di massa del vaccino COVID-19. Quando ho parlato con i media occidentali, molti si sono rifiutati di includere i fatti chiave sulla ricerca russa sul vaccino COVID-19 nelle loro narrazioni. Consideriamo questo scetticismo come un tentativo di minare i nostri sforzi per sviluppare un vaccino efficace, che fermerà la pandemia e aiuterà a riattivare l'economia globale.

Non è la prima volta che la Russia deve affrontare la sfiducia internazionale sulla sua leadership nelle scienze quando la politica ostacola le scoperte scientifiche e mette a rischio la salute pubblica. Durante l'epidemia di poliomielite in Giappone negli anni '50, le madri giapponesi i cui figli stavano morendo di poliomielite andarono a manifestare contro il loro stesso Governo, che proibì le importazioni di vaccino antipolio sovietico per motivi politici. I manifestanti raggiunsero il loro obiettivo e il divieto venne revocato salvando la vita di oltre 20 milioni di bambini giapponesi.

Oggi la politica ostacola ancora una volta la tecnologia russa, che può salvare vite in tutto il mondo. La Russia è aperta alla cooperazione internazionale per combattere questa e le future pandemie. Il delegato sovietico alla conferenza internazionale sui vaccini contro la poliomielite a Washington nel 1960, in risposta alle domande del pubblico sulla sicurezza del vaccino disse: «Noi in Russia amiamo i nostri bambini e siamo preoccupati per il loro benessere tanto quanto le persone negli Stati Uniti o in qualsiasi altra parte del mondo ogni genitore ama e si preoccupa per i propri figli». Dopo queste parole la delegazione sovietica ricevette una standing ovation dal pubblico e il lavoro congiunto sui vaccini proseguì. Il benessere e la prosperità per le generazioni future è ciò a cui dobbiamo pensare ora. Tutti i paesi del mondo devono lasciarsi alle spalle la politica e concentrarsi sulla ricerca delle migliori soluzioni e tecnologie per proteggere la vita e riprendere le attività economiche. Il nostro fondo ha già assicurato partnership di produzione in 5 paesi per produrre congiuntamente il vaccino russo. Forse a un certo punto grazie a questa partnership nella lotta al COVID-19 potremo anche rivedere e abbandonare le restrizioni motivate solo politicamente alle relazioni internazionali, che sono diventate obsolete e rappresentano un ostacolo agli sforzi coordinati nell'affrontare le sfide globali.

Kirill Dmitriev è amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund, fondo sovrano della Federazione Russa da 50 miliardi di dollari in gestione. Il 14 maggio 2020 Kirill Dmitriev è stato insignito dell'Ordine della Stella d'Italia, classe «Commendatore», per il suo contributo allo sviluppo della cooperazione bilaterale russo-italiana negli investimenti e a titolo di riconoscimento da parte della Repubblica Italiana per il supporto del RDIF nella lotta contro la pandemia del coronavirus.