Senegal, paradiso per i politici: più di 80 candidati alle Presidenziali e 300 partiti
In aprile era stata approvata una legge che vuole contenere il numero delle candidature, ma non è andata benissimo
DAKAR - In Senegal, più di 80 candidati hanno dichiarato la loro intenzione di correre per le elezioni presidenziali in programma nel febbraio 2019. Un dato che viene sottolineato oggi al via di una campagna legislativa che vuole limitare il numero di candidati in un paese che ha più di 300 partiti politici. Questa campagna dovrebbe durare "almeno quattro mesi", fino a quando il termine per la presentazione delle domande, "tra il 11 e il 26 dicembre," ha dichiarato alla France Presse un funzionario del ministero dell'Interno, Bernard Casimir Demba Ciss. Lunedì, rappresentanti di 85 "candidati" si sono fatti avanti per la raccolta di firme dal ministero, secondo Ciss. Parlando di un numero leggermente inferiore di "81 candidati", l'ex primo ministro Aminata Toure, ha detto che era "alto». L'opposizione sostiene che la nuova legge intende eliminare le candidature di concorrenti alla presunta candidatura del presidente Macky Sall.
Una legge per "filtrare" i candidati
Una legge approvata nel mese di aprile impone a tutti i candidati, non solo quelli della società civile, di raccogliere sponsorizzazioni da 0,8% a 1% dell'elettorato, circa 52.000 firme, distribuiti in almeno sette delle 14 regioni del paese, con un minimo di 2.000 per regione. La nuova legge mira ufficialmente a "filtrare" i candidati dopo l'inflazione dei contendenti per le varie competizioni elettorali: nelle elezioni del luglio 2017, in cui gli elettori dovevano scegliere tra 47 liste, sono stati riscontrati problemi di organizzazione, secondo le autorità. I candidati alla presidenza dovranno versare un deposito di 30 milioni di franchi CFA (circa 45.000 euro). Sebbene dimezzato rispetto ai 65 milioni di franchi CFA (99.000 euro) richiesti per le elezioni presidenziali del 2012, rimane una somma importante in Senegal.
Due fuori per corruzione
Due dei principali rivali del presidente uscente potrebbero non candidarsi a causa di problemi legali. Condannato a cinque anni di carcere per appropriazione indebita di fondi pubblici, il sindaco di Dakar Khalifa Sall conoscerà giovedì il verdetto nel suo nuovo processo. Per quanto riguarda Karim Wade, figlio e ministro dell'ex presidente Abdoulaye Wade, che è stato condannato nel 2015 a sei anni di carcere per "arricchimento illecito", ha visto la sua domanda di iscrizione nelle liste elettorali respinta lo scorso 2 luglio. Una pronuncia della Ci Corte Suprema sul ricorso in cassazione presentato dagli avvocati del Wade, è attesa per giovedì.