23 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Consigliere per la sicurezza nazionale si è dimesso nella notte

Usa, Flynn-Russia: fuoco incrociato contro Trump, i democratici vogliono un'inchiesta

Si arricchisce di particolari la vicenda che ha portato alle dimissioni il Consigliere di Trump per la sicurezza nazionale Michael Flynn. Riuscirà Trump a uscirne indenne?

Il presidente Usa Donald Trump.
Il presidente Usa Donald Trump. Foto: Shutterstock

NEW YORK - Si arricchisce di particolari la vicenda che ha portato alle dimissioni il Consigliere di Trump per la sicurezza nazionale Michael Flynn, con alcuni tra i principali quotidiani americani, tra cui il New York Times, impegnati a scandagliare a fondo il dossier per infliggere un duro colpo all'amministrazione del tycoon. La notizia in prima pagina del New York Times è che diversi membri della campagna presidenziale di Donald Trump avrebbero avuto ripetuti contatti con rappresentanti di spicco dell'intelligence russa nell'anno precedente alla vittoria da part del miliardario della corsa alla Casa Bianca. 

Intercettazioni
Citando «quattro attuali ed ex funzionari americani», il Times scrive che telefonate intercettate e registrate hanno mostrato contatti con i servizi di Mosca. Le agenzie Usa «hanno intercettato le comunicazioni quasi nello stesso periodo in cui stavano cercando le prove che la Russia aveva tentato di influenzare le elezioni presidenziali con l'hackeraggio del Comitato nazionale Democratico», scrive il quotidiano citando tre funzionari che parlano in forma anonima.

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Manfort sotto accusa
La natura di queste conversazioni, però, non è stata rivelata. L'unico membro della squadra di Trump che è stato nominato è Paul Manafort, capo della campagna per le presidenziali di Trump per diversi mesi e ex consulente politico in Russia e Ucraina. «E' assurdo - ha dichiarato Manafort al Times - Non ho idea di cosa si tratti. Non ho mai parlato con membri dell'intelligence russa, e non sono mai stato coinvolto in qualcosa che avesse a che fare con il governo russo o l'amministrazione di Putin o altri argomenti sotto indagine attualmente. Non è come se queste persone indossassero un badge che dice 'sono un agente dei servizi russi'». Secondo il Times, l'intelligence Usa aveva indagato sull'ipotesi «che la campagna di Trump fosse collusa con i russi sull'hackeraggio o su altri sforzi per influenzare le elezioni». Ma i responsabili interrogati non hanno trovato ancora prove di questi collegamenti.

Trump sapeva da settimane
Intanto, il portavoce del Commander in chief, Sean Spicer, ha rivelato che il presidente americano Donald Trump era stato informato settimane fa del fatto che Flynn non avesse detto la verità in merito alle sue interazioni con l'ambasciatore russo in Usa. Dopo avere concluso che di lui non si poteva fidare, l'inquilino della Casa Bianca avrebbe chiesto le sue dimissioni, arrivate ieri notte dopo meno di un mese. Durante il consueto incontro con la stampa, Spicer ha detto che il team di Trump ha «analizzato e valutato la questione quotidianamente cercando di trovare la verità». Sebbene non ci sia stata una violazione della legge, ha aggiunto Spicer, Flynn non era più considerato una persona di cui fidarsi.

La versione ufficiale
«Il venire meno del livello di fiducia come risultato di questa situazione e di una serie di incidenti dubbi ha portato il presidente a chiedere al generale Flynn di dimettersi», ha dichiarato Spicer. Flynn ha ammesso di avere fornito «informazioni incomplete» su una telefonata tra lui e l'ambasciatore Sergey I. Kislyak alla fine dello scorso dicembre e riguardante sanzioni Usa contro la Russia. In precedenza aveva negato di avere avuto alcuna conversazione significativa.

I democratici chiedono un'inchiesta
Mentre i repubblicani restano in silenzio, i democratici al Congresso Usa chiedono una inchiesta sui legami tra il presidente americano e la Russia e sul ruolo del Cremlino nelle elezioni dello scorso 8 novembre. Lo fanno con ancora più determinazione dopo le dimissioni giunte a sorpresa ieri di Flynn. Secondo l'opposizione al Congresso, l'addio di Flynn è il primo capitolo della storia che vede la Russia coinvolta nel processo elettorale Usa. Per i repubblicani, che generalmente sono molto critici del Cremlino, la vicenda va invece sepolta e possibilmente dimenticata. Flynn ha ammesso di avere fuorviato il vicepresidente Mike Pence. Paul D. Ryan, lo speaker alla Camera, ha dato il benvenuto alle dimissioni dell'ex generale ma in tema di inchieste congressuali è stato vago.