Trump riammetterà la tortura? Il segretario alla Giustizia rassicura: «Saprò dirgli di no»
Dopo la lettera inviata da 176 ex alti ufficiali a Trump, in cui gli si chiede di non riammettere metodi di tortura resi illegali dal Congresso, si riaccendono le polemiche sull'uso del waterboarding con persone sospettate di terrorismo

NEW YORK - Il senatore Jeff Sessions, scelto dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, come prossimo segretario alla Giustizia, ha detto che la legge proibisce «completamente» il waterboarding - ovvero l'annegamento controllato usato contro i presunti terroristi - che si opporrà a una legge che vieti ai musulmani di entrare nel Paese e che le accuse che lo descrivono come un simpatizzante del Ku Klux Klan sono «dannatamente false». Questi i punti salienti della prima parte dell'audizione alla commissione Giustizia del Senato per la conferma della nomina di Sessions, tra le più criticate dai democratici.
Un ministro indipendente
Sessions ha assicurato che sarà un ministro indipendente e che saprà dire «no» a Trump e che rispetterà le sentenze della Corte Suprema che proteggono il diritto di abortire e di sposare una persona dello stesso sesso, anche se la sua opposizione è nota e testimoniata dalla sua carriera conservatrice.
No a simpatie per il Ku Klux Klan
Si tratta del primo grande test per la nuova amministrazione Trump, che ha scelto personaggi controversi per la guida del Paese. Sessions, nel suo discorso di apertura, si è difeso dalle accuse di razzismo: «Sono stato accusato nel 1986 di non aver protetto il diritto di voto degli afroamericani e anche di aver nutrito simpatie per il Ku Klux Klan. Queste sono accuse false». Ha poi detto di «aborrire» il Ku Klux Klan, «quello che rappresenta e la sua ideologia d'odio», e di non aver mai definito come «antiamericana» la National Association for the Advancement of the Colored People, organizzazione che si batte per i diritti degli afroamericani.
Punti in agenda
Poi, ha tracciato alcuni punti della sua agenda. «Se sarò confermato, perseguiremo sistematicamente i criminali che usano le armi [...] e quelli che violano ripetutamente i nostri confini». «Mi impegno a rendere il dipartimento di Giustizia una forza unificatrice per migliorare le relazioni tra la polizia e le comunità. Il dipartimento di Giustizia non deve mai venir meno nel proteggere i diritti civili di ogni americano, in particolare dei più vulnerabili».
Il caso Hillary
In caso di indagini su Hillary Clinton, che potrebbero essere aperte in merito alla fondazione di famiglia e all'uso di un server privato di posta elettronica quando era segretario di Stato, Sessions sarebbe pronto a «ricusarsi». Il senatore ha detto di essere d'accordo con il senatore repubblicano Chuck Grassley, secondo cui i suoi commenti molto duri, in campagna elettorale, su Clinton potrebbero mettere in dubbio la sua imparzialità. Trump ha più volte minacciato l'apertura di nuove indagini approfondite sull'ex rivale alle presidenziali.
Sì ai musulmani in America
Sessions ha poi detto che «non sosterrà una legge che vieti ai musulmani di venire in America». Tra le proposte sostenute da Trump in campagna elettorale, c'era quella di proibire provvisoriamente ai musulmani l'ingresso negli Stati Uniti per ragioni di sicurezza.
La questione del waterboarding
Da senatore, ha sostenuto l'uso del waterboarding, che «ha funzionato» per ottenere informazioni, e il quadro legale a suo sostegno. Il Congresso, però, ha cambiato la legge e ora è «assolutamente illegale e improprio». Il presidente eletto, in campagna elettorale, ha più volte detto di volerlo riutilizzare il waterboarding contro i terroristi. 176 alti ufficiali in pensione, tra cui 33 generali e ammiragli a quattro stelle, hanno inviato una lettera al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, per chiedergli di non mantenere la promessa fatta in campagna elettorale di fare di nuovo uso di metodi di tortura contro le persone accusate di terrorismo. Trump, nei mesi scorsi, ha dichiarato di voler utilizzare il waterboarding, ovvero una forma di annegamento controllato, «e cose ben più dure». La lettera, ottenuta dal New York Times, è datata 6 gennaio ed è stata firmata da alcune delle figure militari di spicco degli ultimi anni. Tra queste, due ex comandanti in Afghanistan, il generale Stanley McChrystal e il generale John Allen, e il comandante delle operazioni speciali che supervisionò il raid in cui fu ucciso Osama bin Laden, l'ammiraglio William McRaven. Gli alti ufficiali hanno sottolineato che il waterboarding non solo è illegale, ma che è «controproducente» e «non necessario». La lettera rende chiaro che il generale James Mattis, scelto da Trump come segretario alla Difesa, non è solo nel suo rifiuto dell'uso della tortura.
Nomina sarà confermata
Non ci sono, in realtà, grossi dubbi sul fatto che la nomina di Sessions sarà confermata. Il presidente eletto, Donald Trump, non si accontenta però di una semplice conferma: vuoi che il senatore emerga indenne dall'audizione, in modo che abbia le mani libere per mettere in atto la sua agenda politica da segretario alla Giustizia nonostante il controverso passato. Per farlo, secondo Politico, lo staff di Trump e i senatori repubblicani hanno preparato una strategia per far emergere i legami di Sessions con i moderati repubblicani e democratici e gli sforzi compiuti per far approvare delle leggi con un sostegno bipartisan.
Chi è Sessions
Prima di entrare in Congresso con il partito repubblicano nel 1997, Sessions è stato l'attorney general dell'Alabama; nel 1986, l'allora presidente Ronald Reagan lo voleva come giudice federale, ma la sua nomina fu bocciata dalla commissione Giustizia del Senato (controllata dai repubblicani) perché accusato di razzismo, facendone il secondo giudice in 50 anni non confermato dal Congresso. Sessions era stato accusato di aver definito la National Association for the Advancement of the Colored People, la Southern Christian Leadership Conference e altri autorevoli gruppi che si battono per i diritti delle minoranze come "antiamericani" e "ispirati dal comunismo" e di aver detto che "il Ku Klux Klan andava bene", finché non aveva scoperto che c'erano nel gruppo molti "fumatori di marijuana"; Sessions si è sempre difeso, definendola una battuta. Le accuse sono state formulate in gran parte, ma non solo, da quello che allora era il suo vice.
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