19 marzo 2024
Aggiornato 09:30
L'Italia ha rassicurato l'Ucei

Nuova risoluzione Unesco su Gerusalemme: restano solo i nomi arabi

Nonostante le proteste di Tel-Aviv, che ha interrotto temporaneamente la sua collaborazione con l'agenzia delle Nazioni unite per l'Educazione l'agenzia ha prodotto un nuovo testo che ricalca abbastanza fedelmente quello già approvato la settimana scorsa, e ha denunciato i «danni materiali» perpetrati da Israele nella città

WASHINGTON – Nonostante le proteste di Tel-Aviv, che ha interrotto temporaneamente la sua collaborazione con l'agenzia delle Nazioni unite per l'Educazione, l'Unesco ha approvato una nuova risoluzione dove i luoghi sacri di Gerusalemme sono denominati solamente con il loro nome in arabo e non in ebraico. Il nuovo testo ricalca abbastanza fedelmente quello già approvato la settimana scorsa, e ha denunciato i «danni materiali» perpetrati da Israele nella città.

L'Italia dovrebbe aver cambiato rotta
Questa volta il voto si è svolto a scrutinio segreto: 10 a favore, due contrari e otto astenuti, mentre la scorsa settimana solo sei Paesi si erano espressi contro, e molti si erano astenuti, fra cui l'Italia. Prima della votazione il ministero degli Esteri israeliano ha moltiplicato le pressioni diplomatiche per ottenere la bocciatura della risoluzione. L'Italia stando alle parole del premier, Matteo Renzi, che ha tuonato contro la precedente astensione di Roma e di quelle del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dovrebbe essersi schierata con i contrari. Gentiloni avrebbe rassicurato il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche in Italia (Ucei), Noemi Di Segni, che al termine dell'incontro con il ministro ha dichiarato: «Con grande apprezzamento, accolgo le rassicurazioni e le indicazioni fornite oggi dal ministro Gentiloni. Siamo certi che d'ora in poi in sede UNESCO e nelle altre istituzioni internazionali i nostri rappresentanti faranno registrare un deciso cambio di rotta».

Operazione di lobbying dagli Usa
Operazioni di lobbying per votare contro la risoluzione UNESCO sono state portate avanti anche da un gruppo di senatori e membri del Congresso degli Stati Uniti, capitanati dal senatore repubblicano Ted Cruz (Texas) e dalla repubblicana Ileana Ros-Lehtinen (Florida). I politici americanoi hanno scritto una lettera in cui è spiegato che «purtroppo, la risoluzione proposta è l'ennesimo tentativo di riscrivere la storia, negando i legami di ebrei e cristiani con Gerusalemme. Il Monte del Tempio, il luogo più sacro del giudaismo, insieme al Muro Occidentale, dove gli ebrei di tutto il mondo vengono a pregare, sono ancora una volta descritti esclusivamente come luoghi santi musulmani e sono indicati solo dai loro nomi musulmani. I riferimenti al muro occidentale sono virgolettati, a implicare l'assenza di una valenza storica. La Città Vecchia di Gerusalemme è importante per le tre religioni monoteiste, e celebriamo il patrimonio e i legami culturali di queste religioni con Gerusalemme».

Chi siede nel comitato del patrimonio mondiale dell'Unesco
Gli attuali 21 membri del comitato del patrimonio mondiale dell'Unesco sono: Angola, Azerbaigian, Burkina Faso, Croazia, Cuba, Finlandia, Indonesia, Giamaica, Kazakistan, Kuwait, Libano, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Repubblica di Corea, Tanzania, Tunisia, Turchia, Vietnam, Zimbabwe. Obiettivo del comitato è concedere un'assistenza finanziaria in funzione delle richieste degli Stati membri ed esaminare, tra l'altro, lo stato dei siti iscritti al patrimonio mondiale.