Isis, chi ha davvero ucciso il suo portavoce al Adnani?
Chi ha ucciso il portavoce dell'Isis al Adnani? Gli americani e i russi si attribuiscono la paternità dell'operazione che ne ha provocato la morte, ma, tra i due litiganti, potrebbe spuntarla... l'Isis
ALEPPO - La sua morte è stata annunciata dal portavoce del Pentagono come un successo statunitense in Siria, ed è stata celebrata dai media occidentali come un durissimo colpo inflitto all'Isis. Forse, chissà, anche un po' per controbilanciare la difficilissima impasse in cui Washington sembra essere impantanata nel Paese, tra una difficilissima cooperazione con la Russia, i vari dietrofront (l'ultimo sui curdi), e l'ambiguo intervento dell'alleato turco. Peccato che la morte del portavoce e stratega dello Stato islamico Abu Muhammad al Adnani se la sia attribuita anche Mosca, con il ministero della Difesa russo pronto a giurare che, tra gli oltre 40 terroristi uccisi con i caccia-bombardieri in raid a sud di Aleppo, ci sarebbe stato anche al Adnani.
E' stata la Russia?
Annuncio che a Washington si sono rifiutati di prendere sul serio. Secondo funzionari degli Stati Uniti, infatti, tale attribuzione da parte della Russia dell'operazione che ha ucciso al Adnani sarebbe «uno scherzo». Questo perché, ha continuato un funzionario americano che ha parlato con Afp, al Adnani è stato ucciso grazie a un raid aereo con un drone Predator americano. L'utilizzo del drone è stato confermato da un'altra fonte Usa.
Tra i due litiganti...
Nemmeno di fronte alle buone notizie, insomma, Usa e Russia sembrano capaci di andare d'accordo. E, tra i due litiganti, potrebbe esserci un «terzo» a godere. Perché un'altra versione uscita in queste ore racconta tutta un'altra storia. Charles Lister, esperto del conflitto siriano e di Medio Oriente in generale, ha rilanciato un'indiscrezione che attribuisce la morte del portavoce dell'Isis a una congiura interna al gruppo. In pratica, sarebbe stato lo stesso Stato islamico a eliminare il suo portavoce.
Una congiura interna?
Le fonti dello studioso sostengono infatti che lo stesso Califfo abbia mandato al Adnani a nord di Aleppo per rimettere in riga Abu Luqman, un esponente del movimento che puntava in alto. La missione si sarebbe però tramutata in una trappola letale per lo stratega, perché i seguaci del ribelle sarebbero riusciti a sistemare un ordigno sul Suv dell’avversario oppure gli avrebbero teso un’imboscata con l’esplosivo. Del resto, Abu Luqman ha del seguito tra i mujaheddin e conosce bene la realtà dove tutto questo sta accadendo. E già un anno fa, quando si era diffuse le notizie sul ferimento di al Baghdadi, era stato indicato come uno dei possibili successori.
Una strana coincidenza
Ad avvalorare questa terza ipotesi, fonti di Debkafile's di intelligence e controterrorismo, che sostengono che i servizi di entrambe le potenze avrebbero ricevuto informazioni sui movimenti di al Adnani dalla stessa fonte, cosa che proverebbe la volontà interna dell'Isis di far fuori il portavoce. In particolare, la morte di al Adnani viene collegata da Debkafile's alla «riapparizione» in Siria sullo scenario terroristico dell'ex pezzo grosso di Al Qaeda Saif al-Adel, tre settimane fa, con un gruppo di seguaci. Al-Adel è considerato uno dei terroristi più pericolosi al mondo, e sarebbe l'ideatore di numerosi massacri di massa già dagli anni 80. Qualche osservatore ritiene dunque che questa non sia affatto una coincidenza, e che, dopo la decisione dell'Isis di togliere di mezzo al Adnani, l'organizzazione terroristica avrebbe avuto già pronto un «degno» sostituto per rimpiazzarlo.
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