Merkel a Pechino, tutti i nodi di una visita con al centro l'economia
La visita di Frau Merkel a Pechino - la nona nella sua carriera - giunge in un momento particolarmente complesso dei rapporti economici tra Europa e Dragone cinese
PECHNO - Non è un caso se Angela Merkel, la cancelliera tedesca, dal 2005 si rechi in Cina quasi ogni anno. E l'ultima due giorni iniziata è stata la nona visita della leader di Berlino nella Repubblica popolare, a suggello di relazioni molto intense tra la seconda potenza economica del mondo e la principale potenza economica d'Europa.
Agenda
Durante la visita Merkel dovrebbe co-presiedere - secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa cinese Xinhua - una riunione intergovernativa col primo ministro cinese Li Keqiang e incontrare il presidente Xi Jinping. E' dal 2011 che la Germania e la Cina tengono queste riunioni intergovernative, a cui partecipano diversi ministri delle due parti. Merkel è arrivata a Pechino con sei ministri e altri alti esponenti del governo per prendere parte a questa quarta riunioner intergovernativa. Inoltre la cancelliera è intervenuta con un discorso all'Accademia cinese delle scienze.
I nodi da affrontare
Se tra Pechino e Berlino le cose vanno particolarmente bene, vi sono tuttavia elementi sui quali la cancelliera cercherà di sollecitare la sua controparte cinese. In particolare Frau Merkel potrebbe chiedere alla Cina di rivedere la dura legge adottata contro le organizzazioni non governative. L'altro tema di frizione è l'eccesso produttivo di acciaio da parte della Cina che mette sotto pressione i mercati europei. Ancora, i familiari del giornalista dissidente Gao Yu - secondo quanto ha riferito la Deutsche Welle - hanno chiesto alla cancelliera di sollevare il caso del loro congiunto che ha chiesto di potersi curare in Germania. Pechino ha finora negato il permesso. Gao, che ha lavorato per la Deutsche Welle, è stato condannato ad aprile 2015 per aver passato documenti a persone al di fuori del paese.
Economia al centro
L'economia è al centro della visita di Angela Merkel, in un momento in cui Pechino sta cercando di riformare le pesanti regole restrittive - che mettono particolarmente sotto pressione le aziende straniere - vigenti nel Paese. «Secondo noi un framework legale per le compagnie dovrebbe essere disegnato in modo tale che le compagnie straniere possono godere degli stessi diritti e privilegi delle compagnie domestiche, per esempio per quanto riguarda le gare pubbliche e l'effettiva protezione dei marchi, dei brevetti e dei dati», ha detto la Merkel durante un discorso alla Nanjing University di Pechino.
Un partner importante per la Germania
La Cina è attualmente una delle maggiori fonti per le importazioni tedesche, rappresentando circa il 9% delle sue importazioni totali, e la quarta maggiore destinazione per le esportazioni. Il commercio bilaterale tra i due paesi è arrivato a 180 miliardi di dollari nel 2015, salendo del 5,5% in un anno.
Acciaio
Ma a preoccupare è soprattutto la capacità in eccesso della Cina nella produzione di acciaio, stimata intorno alle 350-400 milioni di tonnellate, mentre la domanda totale di acciaio in Europa, il secondo più grande mercato dell'acciaio nel mondo, è di circa 170 milioni di tonnellate. «Dobbiamo essere sicuri che ci siano regole uguali per tutti - ha detto Merkel - Nessuno vuole vedere una maggiore guerra commerciale tra l'Unione europea e la Cina. Ma questo significa che dobbiamo parlare di questi problemi».
Ripercussioni
Per via della sovrapproduzione cinese in svariati settori, in molti nell'Unione europea hanno espresso riluttanza a garantire al Paese lo status di economia di mercato: garanzia che, fosse riconosciuta, ridurrebbe le barriere al commercio e aumenterebbe l'influsso di esportazioni cinesi verso le 28 nazioni del blocco. In molti in Germania hanno espresso preoccupazioni riguardo l'offerta ostile da 5,2 miliardi di dollari rivolta al costruttore di robot tedesco Kuka da parte di Midea Group, il maggiore produttore cinese di forniture per la casa. La mossa viene vista come parte di una spinta recente da parte delle compagnie cinesi di espandersi all'estero in maniera aggressiva.
(Con fonte Askanews)
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