Usa 2016, e ora tocca a Nevada e South Carolina
Archiviate le primarie del New Hampshire, i prossimi appuntamenti elettorali negli Stati Uniti riguarderanno Nevada e South Carolina
NEW YORK - Archiviate le primarie del New Hampshire, i prossimi appuntamenti elettorali negli Stati Uniti riguarderanno Nevada e South Carolina. Nella fattispecie, in Nevada si voterà il 20 febbraio per i democratici e il 23 dello stesso mese per i repubblicani.
Caucus
Come in Iowa, il sistema elettorale qui adottato è quello dei caucus: le assemblee ristrette degli attivisti, organizzate dai partiti (e non dallo Stato). Un processo complesso, che si articola in vari livelli: i distretti eleggono i delegati per le convention delle contee, i quali a loro volta sono incaricati di eleggere quelli della convention statale; da quest'ultima vengono infine prescelti quelli da inviare alla convention nazionale.
Come funziona
I repubblicani mettono qui in palio 30 delegati; i democratici, 43 (compresi otto superdelegati). Non si tratta di numeri elevati, ragion per cui questo caucus non è solitamente considerato un appuntamento elettorale fondamentale. Tanto più se si considera il fatto che, da quando fu istituito nel 2008, chi lo ha vinto non è poi sempre riuscito a conquistare la nomination del proprio partito. Proprio quell'anno se lo aggiudicarono Hillary Clinton per i democratici e Mitt Romney per i repubblicani: entrambi poi sconfitti rispettivamente da Barack Obama e John McCain. Situazione differente invece nel 2012, quando la competizione fu vinta dal presidente in carica e - nuovamente - da Romney, che riuscì poi quell'anno a imporsi come candidato del partito repubblicano per la Casa Bianca.
South Carolina
Concluse le primarie del New Hampshire, si guarda già al South Carolina, dove si terranno le primarie del partito repubblicano (il 20 febbraio) e di quello democratico (il 27 febbraio). Si tratta di un appuntamento elettorale di notevole importanza, non solo per il numero di delegati messo in palio dai rispettivi partiti (50 per i repubblicani - compresi 3 superdelegati - e 59 - compresi 6 superdelegati - per i democratici), ma anche perché risulta il primo Stato meridionale al voto. Senza infine contare il fatto che, tendenzialmente, chi vince le primarie del South Carolina conquista poi la nomination del proprio partito. Per il partito repubblicano, questo è stato vero ininterrottamente dal 1980 al 2008. L'unica eccezione avvenne nel 2012, quando vinse Newt Gingrich: la nomination, poi, andò a Mitt Romney. Tra i democratici invece le eccezioni sono state due: il 1988, quando si impose Jesse Jackson, successivamente sconfitto da Michael Dukakis per la nomination, e il 2004, che vide trionfare John Edwards, in una corsa vinta da Barack Obama. Proprio per questo, i candidati del 2016 guardano al cosiddetto Palmetto State con grande interesse, tenendo conto che l'organizzazione elettorale qui adottata è quella delle primarie aperte: un sistema potenzialmente in grado di attrarre voti trasversali e indipendenti.
Democratici
Per quanto riguarda il partito democratico, Hillary Clinton spera di attuare, da qui, la propria riscossa contro il rivale socialista, Bernie Sanders. Al momento, i sondaggi la danno fortemente in vantaggio con il 62% delle preferenze (anche nel 2008 era in vantaggio nei sondaggi, poi però vinse Obama).
Repubblicani
Tra i repubblicani, invece, i sondaggi danno attualmente in testa il miliardario newyorchese Donald Trump, con il 36% dei consensi; segue al 20% il senatore texano, Ted Cruz, che spera in buoni risultati in uno Stato notoriamente conservatore come il South Carolina. Al terzo posto si colloca invece Maro Rubio: grande incognita di questa competizione, bisognerà capire se sarà in grado di risollevarsi o se continuerà a sprofondare dopo il pessimo risultato in New Hampshire. Infine, attenzione a Jeb Bush: l'ex governatore della Florida è quarto nei sondaggi e, dopo un dignitoso risultato in New Hampshire, punta con decisione sul South Carolina, dove può contare su una solida rete e spera probabilmente di incassare l'appoggio della governatrice repubblicana, Nikki Haley, considerata da molti come papabile candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Magre speranze, invece, per il governatore dell'Ohio, John Kasich: nonostante il secondo posto in New Hampshire, è difficile che i repubblicani del Palmetto State possano seriamente appoggiare questo 'maverick' centrista.
(Con fonte Askanews)
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