26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Contestazioni a Consiglio Diritti, a giorni legge in vigore

Danimarca tira diritto: confischerà beni ai profughi

Danimarca sotto un diluvio di critiche a Consiglio Onu per i diritti umani, dove una verifica pianificata come routine si è trasformata in un coro di allarmate contestazioni alla controversa riforma del diritto di asilo che Copaghen si appresta ad adottare

GINEVRA - Danimarca sotto un diluvio di critiche a Consiglio Onu per i diritti umani, dove una verifica pianificata come routine si è trasformata in un coro di allarmate contestazioni alla controversa riforma del diritto di asilo che Copaghen si appresta ad adottare. E che prevede, tra l'altro, la confisca dei beni dei migranti in cerca di asilo politico.

Spiegazioni
Oggi il capo della diplomazia danese, Kristian Jensen, si è presentato a Ginevra per dare spiegazioni all'Onu sulla politica per i diritti fondamentali adottata dal suo Paese, procedura a cui sono sottoposti tutti i 193 Paesi membri dell'Onu, a rotazione. E molti degli 87 Paesi delegati che sono intervenuti hanno deplorato i recenti sviluppi nelle politiche migratorie della Danimarca. Tra le voci più allarmate, il rappresentante degli Usa, Keith Harper.

Allarme
«Prendiamo nota con preoccupazione il progetto di legge all'esame del parlamento danese che permetterebbe alle autorità danesi di perquisire i beni dei richiedenti asilo e confiscare contante e certi oggetti di valore», ha detto il delegato americano al consiglio. Duro anche il rappresentante egiziano Mohamed Elmolla: «la confisca di beni di valore per coprire le spese dei rifugiati rappresenta una chiara violazione dei loro diritti iscritti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani».

Malintesi
Ma il ministro Kristian Jensen ha difeso la legge, insistendo nel ribadire che lo sdegno internazionale è dovuto a «grossolani malintesi». E che «il welfare danese è basato su un principio molto semplice, ovvero che lo stato provvede e paga per chi non può permetterselo ma non per chi può farlo da sè». Un principio che vale, ha sottolineato, sia per i danesi che chiedono sussidi di disoccupazione che per i richiedenti asilo. Questo ragionamento, ha spiegato, è alla base del piano di confisca di denaro (oltre le 10mila corone, ovvero 1.340 euro) e anche beni personali valutati oltre le 10mila corone, come contributi per i costi di alloggio e per finanziare i sussidi in vista della concessione o meno della richiesta di asilo. Come ha voluto far notare il capo della diplomazia danese, non verrano presi fedi nuziali o altri oggetti di chiaro valore sentimentale.

Approvazione
Oggi a Copenaghen il parlamento ha confermato l'impianto della legge, respingendo una sola richiesta di emendamento, peraltro marginale, del testo. A questo punto l'approvazione definitiva il 26 gennaio dovrebbe essere una formalità, con il governo di minoranza del premier liberale Lars Løkke Rasmussen e il suo alleato anti-immigrazione che è il Partito popolare danese, certi di avere la maggioranza, grazie ad un accordo con i social-democratici. Con i suoi 5,6 milioni di abitanti, la Danimarca ha il primato nell'Ue per richieste di asilo procapite dopo Finlandia, Austria, Germania e Svezia.

(Con fonte Askanews)