Il mistero Salah Abdeslam
Quel che è certo è che il 26enne, che avrebbe avuto un ruolo logistico negli attentati di Parigi del 13 novembre, rimane introvabile dopo che due complici, arrivati nella capitale francese la notte degli attentati, lo hanno riportato in Belgio.
PARIGI - Rimane ancora un mistero il caso di Salah Abdeslam, il 26enne che avrebbe avuto un ruolo logistico negli attentati di Parigi del 13 novembre, di cui si sono perse le tracce il 14 novembre scorso.
La sera prima, alle 21.59, una Clio nera, noleggiata da Salah, arriva nel Nord di Parigi. Gli inquirenti non sanno ancora dire se Salah fosse alla guida, dopo che dalla macchina sono scesi tre kamikaze nei pressi dello Stade de France. Il 26enne, francese nato a Bruxelles e residente in Belgio, ha noleggiato anche la Polo usata dal commando entrato in azione nel Bataclan. E la sua carta di credito è stata utilizzata per pagare due stanze in un residence di Alfortville, vicino a Parigi, dove hanno pernottato i terroristi prima degli attacchi.
Gli inquirenti si chiedono ora se sia stato sempre Salah a fornire le armi. Inizialmente gli investigatori erano propensi a ritenere che facesse parte del commando che ha agito a bordo di un'altra vettura, una Seat, per la presenza del fratello maggiore, Abdeslam Brahim, 31 anni, che si è poi fatto esplodere in un ristorante.
Quel che è certo è che Salah rimane introvabile dopo che due complici, arrivati a Parigi la notte degli attentati, lo hanno riportato in Belgio. I suoi documenti di identità sono stati presentati il giorno dopo gli attentati agli agenti francesi durante un controllo a Cambrai, lungo la strada per il Belgio, quando il suo nome non era ancora emerso tra quelli degli attentatori. Operazioni di polizia sono state subito lanciate a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles dove i fratelli Abdeslam gestivano un bar, ma senza risultati.
I due complici che lo hanno riaccompagnato in Belgio sono stati arrestati: si tratta di Mohammed Amri, 27 anni, e Hamza Attou, 20 anni, che hanno dichiarato di aver lasciato Salah a Bruxelles. Secondo l'avvocato di Attou, Salah Abdeslam era «forse pronto a farsi saltare in aria». «Secondo le ultime dichiarazioni del mio cliente, Salah era molto arrabbiato e forse (...) pronto a farsi saltare. Non posso dirvi molto di più», ha detto oggi Carine Couquelet. I tre hanno «parlato molto poco» durante il viaggio, «ma il mio cliente aveva molta paura», ha aggiunto. «Il mio cliente non parla di armi, il mio cliente parla di un grande giacca» indossata da Salah «forse una cintura esplosiva o qualcosa del genere». E' ritenuto possibile che anche l'Isis sia sulle tracce, decisa a punirlo come kamikaze mancato.
«Ci sono diverse ipotesi da prendere in considerazione: ha partecipato? è stato di supporto logistico? doveva farsi esplodere e non ha avuto il coraggio di farlo? Non è chiaro», ha concluso l'avvocato.
Da una settimana l'identikit di Salah, ricercato in tutta Europa, viene rilanciato dai media: 1,75 metri, occhi marroni, carnagione scura, rasato e i capelli pettinati all'indietro. Con questa precisione: «Individuo pericoloso». Secondo la stampa spagnola potrebbe avere cambiato nome e aspetto fisico, per nascondersi sotto falsa identità.
Diversi testimoni hanno confermato la sua presenza a Bruxelles, secondo i media belgi. A Molenbeek, il 26enne viene descritto come un tipo frivolo, che non ha mai fatto pensare a un islamista radicale, pronto alla jihad. Gli abitanti descrivono infatti i due fratelli come «forti bevitori, forti fumatori, non degli estremisti».
Per Youssef, stessa generazione, la spiegazione può arrivare solo da «cattivi incontri al momento sbagliato». Furti, traffico di droga e il carcere nel 2010 per Salah, dopo una rapina in cui compare anche il nome di Abdelhamid Abaaoud, la presunta mente degli attentati di Parigi, anche lui originario di Molenbeek. Probabilmente è dietro le sbarre che Abaaoud, ucciso mercoledì scorso dalla polizia francese, ha insegnato la sua «teologia della clandestinità per eludere i servizi di sicurezza e di controllo dell'intelligence», ha sottolineato Mathieu Guidere, esperto francese di terrorismo.
All'inizio del 2015, i fratelli Abdeslam, già radicalizzati, erano stati interrogati dalla polizia belga perchè sospettati di volersi recare in Siria, ma erano poi stati rilasciati per mancanza di «prove di una possibile minaccia».
(con fonte Afp)