Summit Cina-Taiwan, l'incontro è storico ma non ci sarà disgelo
Sarà un vertice unico per diversi motivi, quello tra il presidente cinese Xi Jinping e quello di Taiwan Ma Ying-jeou. Ma difficilmente porterà a una reale svolta nelle relazioni tra i due Paesi.
PECHINO - Sarà un vertice unico per diversi motivi. L'incontro previsto per sabato a Singapore tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente di Taiwan Ma Ying-jeou ha una portata storica, perché il primo dalla fondazione della Repubblica popolare cinese nel 1949 e dalla fuga di Chiang Kai-shek e dei suoi fedeli membri del Partito nazionalista (Kuomintang) a Taiwan. Ma è anche un vertice estremamente delicato, nel quale i leader si muoveranno sui pezzi di cristallo. Tra i due paesi non v'è riconoscimento reciproco: Pechino rivendica la sovranità su quella che un tempo era conosciuta come Formosa e Taiwan è profondamente spaccata tra chi, come Ma, vuole rapporti più stretti e chi vuole una vera indipendenza dalla Cina.
Non si chiameranno «presidente»
A testimoniarlo un fatto precisato oggi dal Global Times, uno dei media di stato cinesi in inglese: Xi e Ma non si rivolgeranno l'uno all'altro col titolo di «presidente», ma «signore». Pare, secondo quanto scrive la testata cinese, che la parte taiwanese sperasse nell'utilizzo del titolo, ma Pechino abbia detto no. «Dai tempi della riunione Wang-Koo nel 1992, il livello delle riunioni tra i leader delle due parti è ora il più alto, ma non sono state fatte ancora svolte, principalmente perché è difficile definire le identità e i titoli. Taiwan ha sperato d'identificare i suoi leader come 'presidente', ma la madrepatria non ha potuto accettare questa che non è solo una questione d'identità, ma riguarda la natura delle relazioni tra la Madrepatria e Taiwan». Non una questione formale, insomma, ma sostanziale.
Unica Cina
Zhang Zhijun, capo dell'Ufficio affari di Taiwan del Consiglio di Stato, cioè di fatto un ministro, ha spiegato che i due leader s'incontreranno «in linea con il principio dell"Unica Cina', dal momento che le differenze politiche tra le due parti rimangono». Una precisazione, che comunque prelude a un plauso per Ma, il quale merita un «caldo applauso per la sua volontà d'incontro». D'altronde, continua il Global Times, per quanto la sua amministrazione di Taiwan sia stata «controversa», il suo impulso a migliori relazioni con la Cina continentale «potrebbe avere una lunga influenza sul futuro di Taiwan oltre la fine del mandato di Ma».
Polemiche
La preoccupazione vera, per Pechino, è che il settennato di Ma al potere possa essere seguito da una presidenza che torni a spingere sul tema dell'indipendenza, se il Kuomintang, oggi su posizioni non ostili rispetto al Pechino, dovesse perdere le elezioni presidenziali di gennaio. Il clima per il partito di Ma non è affatto buono. E, dopo l'annuncio del vertice di sabato, ci sono state immediate critiche. «Siamo furiosi, perché Ma andrà a vendere Taiwan», ha dichioarato Hsu Ya-chi, uno dei portavoce dell'Unione taiwanese per la solidarietà, una formazione indipendentista. Anche Tsai Ing-wen, la leader del Partito democratico progressista, che è considerata la favorita per le elezioni, ha dato un giudizio negativo del vertice. «Il popolo non permetterà di danneggiare il futuro di Taiwan, semplicemente per soddisfare i suoi interessi politici», ha dichiarato, riferendosi a Ma.
Ponte tra le sponde
Il presidente s'è difeso sottolineando l'importanza del vertice. «Questo summit parla alle generazioni future, non alle elezioni», ha affermato in un discorso alla nazione. «E' mio dovere costruire un ponte tra le due sponde, perché il prossimo presidente possa attraversare il fiume», ha continuato con una metafora. «E' - ha detto ancora - un primo passo verso la normalizzazione degli incontri tra leader».
Questioni elettorali
Molti vedono nel vertice con Xi, una tentativo di Ma di salvare il Kuomintang dalla disfatta elettorale, dopo gli ultimi passi falsi elettorali e la devastante vicenda della candidatura alle presidenziali di Hung Hsiu-chu, revocata non consensualmente a ottobre. Il prossimo candidato, il presidente del partito Eric Chu e sindaco di Taipei, nei sondaggi è dato molto dietro alla leader democratico-progressista. Meno chiaro il motivo per cui Pechino ha deciso di dare il suo via libera a un vertice. Alcuni osservatori ci vedono un tentativo di dare una mano al Kuomintang, per scongiurare la prospettiva di una leadership ostile a Taipei. Altri invece sostengono che la Cina sta facendo approcci per migliorare i rapporti con alcuni alleati degli Stati uniti, in una fase in cui le relazioni sono particolarmente tese. L'incontro Xi-Ma sarà a porte chiuse e, secondo quanto ha riferito Ma, non saranno firmati accordi e non ci sarà una dichiarazione comune.
(Con fonte Askanews)