29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Proposta Italia in agenda di Ban ki-moon: riunione il 30 settembre

Missione Ue contro gli scafisti, quasi pronta la risoluzione dell'Onu

Le Nazioni unite sono pronte a fornire la necessaria cornice legale internazionale a una nuova fase della missione europea Eunavfor Med per il contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo

ROMA (askanews) - Le Nazioni unite sono pronte a fornire la necessaria cornice legale internazionale a una nuova fase della missione europea Eunavfor Med per il contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Il segretario generale dell'Onu, Ban ki-moon, ha previsto di organizzare «una riunione di alto livello» sulla crisi migratoria il 30 settembre prossimo, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, quando si dovrebbero discutere le nuove tappe dell'operazione messa a punto su proposta italiana a inizio maggio.

Prima fase a fine settembre
La missione, che ha il suo quartier generale a Roma ed è guidata dall'ammiraglio italiano Enrico Credendino, completerà la sua prima fase a fine settembre. Sin dal loro inizio, tutte le operazioni sono state orientate alla raccolta di informazioni d'intelligence, attraverso satelliti, droni, intercettazioni elettroniche. Un lavoro di ricerca e registrazione dati svolto in preparazione alle fasi successive dell'intervento. Parallelamente, i Paesi europei interessati hanno proceduto al salvataggio dei migranti in mare con regole d'ingaggio simili alla missione italiana Mare Nostrum.

Risultati confortanti
I risultati sono stati confortanti e i progressi compiuti più che soddisfacenti, secondo l'opinione espressa nelle ultime ore dall'alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini. E questa mattina, in un intervento alla Camera dei deputati, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha auspicato un rapido passo in avanti, ovvero l'inizio delle operazioni di contrasto agli scafisti. «Credo che sia realistico puntare all'obiettivo di dare il via alla seconda fase dell'operazione decisa dall'Ue, con l'obiettivo di identificare i barconi e distruggere i mezzi dei trafficanti nelle acque internazionali: la possibilità è alla nostra portata e credo possa essere raggiunta entro il mese di settembre», ha spiegato il titolare della Farnesina.

Legittimità per agire in alto mare
E l'idea dell'Onu è proprio quella di fornire ai Paesi europei la legittimità internazionale necessaria per agire in alto mare, prima dell'inizio della terza fase della missione, quella del contrasto ai trafficanti di esseri umani in acque territoriali libiche e lungo la costa. Operazione che necessità preventivamente di due condizioni imprescindibili: la formazione di un governo di unità nazionale in Libia e la richiesta da parte di quest'ultimo di un intervento dell'Onu, che dovrebbe autorizzare la missione attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza. 

Fasi successive
Con l'inizio della fase 2 dell'operazione, gli europei sarebbero autorizzati ad abbordare, ispezionare e sequestrare navi sospette in acque internazionali. Nel caso in cui dovessero trovarsi migranti a bordo, saranno salvati e trasportati in Italia, dove verranno eventualmente esaminate le loro richieste di asilo. A loro volta, i barconi saranno distrutti o resi inutilizzabili e i trafficanti di esseri umani perseguiti dalla legge. Nella fase 3, infine, ottenuto il via libera del Paese costiero interessato e delle Nazioni unite, potranno essere adottate tutte le misure necessarie nei confronti delle imbarcazioni e dei trafficanti nella acque territoriali e lungo le coste.

Proposta in discussione
La proposta è al momento in discussione presso i cinque Stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Regno unito promotore della bozza per conto anche dell'Italia, Stati uniti, Francia, Russia, Cina) e dai Paesi europei interessati. Secondo l'ambasciatore russo Vitaly Churkin, che presiede il Consiglio nel mese di settembre, si tratta di una bozza «più limitata» di quella prevista in origine e anche per questo «potrebbe» essere adottata entro la fine di settembre. «Speriamo di poterlo fare entro le prossime due settimane, prima dell'Assemblea generale dell'Onu», ha confermato il diplomatico russo.

Pesanti riserve del Cremlino
Gli ultimi giorni sono serviti dunque anche per limare il testo iniziale, sul quale il Cremlino aveva espresso pesanti riserve. La bozza originaria prevedeva infatti «l'uso di tutti i mezzi per distruggere il modello di business dei trafficanti di esseri umani». Dunque, la possibilità di utilizzare anche gli aerei, come d'altra parte previsto dall'articolo 42 del capitolo 7 della Carta Onu («Se il Consiglio Onu ritiene che le misure previste nell'articolo 41 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate, esso può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale»). Il via libera di Mosca significa che, almeno per il momento, tale eventualità è stata scongiurata.