31 luglio 2025
Aggiornato 07:00
Attacco nell'Est del Paese

Turchia, 10 morti nell'attacco del Pkk a minibus della polizia

Sono 10 i poliziotti morti nell'attacco a un minibus della polizia turca, attribuito ai militanti ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk)

ISTANBUL (askanews) - Sono 10 i poliziotti morti nell'attacco a un minibus della polizia turca, attribuito ai militanti ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Il veicolo è stato attaccato nella provincia di Igdir nell'Est della Turchia, secondo quanto riporta la rete televisiva Ntv.

Spirale di violenze
E' l'ultimo episodio di una spirale di violenze che negli ultimi due giorni ha visto decine di morti da parte del Pkk e delle forze turche.  Un ordigno è esploso al passaggio di un minibus della polizia nella provincia orientale di Igdir, secondo l'agenzia Anatolia. I 12 poliziotti morti e tre feriti si trovavano di pattuglia nei pressi del confine tra Turchia, Azerbaigian, Armenia e Iran, secondo quanto appreso da Afp dai servizi di sicurezza turchi.

Massiccia operazione contro il Pkk
Intanto l'aviazione turca ha messo in atto una massiccia operazione contro il Pkk nel Nord dell'Iraq: più di 50 caccia hanno bombardato le postazioni dei ribelli oltre la frontiera turca nella notte tra lunedì e martedì. Un'operazione, secondo l'agenzia filogovernativa Anadolu, decisa come rappresaglia dopo un attacco costato la vita a 16 soldati turchi. Il bilancio del bombardamento, riferisce l'agenzia, è «tra i 35 e i 40 terroristi» del Pkk uccisi.

Risposta turca
Secondo le informazioni diffuse da Anadolu, oltre 50 caccia turchi hanno martellato le postazioni del Pkk per sei ore, centrando «20 obiettivi», ovvero 20 postazioni. In particolare, l'aviazione militare turca si è concentrata su Qandil, Hakurk, Zap, Metina, Gare e Basyan. L'agenzia ha aggiunto che è stato colpito anche "un gruppo tra i 20 e i 25 terroristi in fuga dalla Turchia, che stavano ripiegando verso le loro basi".

Tentato sradicamento del Pkk
La rappresaglia all'attacco di domenica a Daglica, nell'estremo Sud-Est della Turchia, alla frontiera con l'Iraq, era stato praticamente annunciato ieri dal governo di Ankara, che aveva promesso di «sradicare» il Pkk. Le violenze e gli scontri tra esercito e Pkk sono riprese a fine luglio, mandando in frantumi i colloqui di pace lanciati nel 2012 per tentare di porre fine al conflitto costato la vita a oltre 40mila persone dal 1984. La ripresa degli scontri si verifica a meno di due mesi dalle elezioni parlamentari anticipate indette dal presidente Recep Tayyip Erdogan dopo che a giugno, l'Akp ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento. L'opposizione ha accusato il partito del capo di stato di fomentare gli scontri e il conflitto curdo per guadagnare consensi.