28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Avvenuta nel giugno 2014

Isis, parlamento Baghdad: caduta Mosul poteva essere evitata

Secondo un rapporto del parlamento iracheno, la caduta di Mosul poteva essere evitata evitato; l'imminente attacco sul capoluogo da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis) era stato segnalato, ma l'esercito e il governo di Baghdad avrebbero fallito

BAGHDAD (askanews) - La caduta, nel mese di giugno 2014, di Mosul, la seconda città dell'Iraq, poteva essere evitata evitato; l'imminente attacco sul capoluogo da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis) era stato segnalato, ma l'esercito e il governo di Baghdad «hanno fallito nei loro compiti». E' questa la conclusione di un rapporto del parlamento iracheno visionato da France Press.

Incompetenza
Il gruppo estremista sunnita ha preso il controllo del capoluogo della provincia settentrionale irachena di Ninive, il 10 giugno 2014, grazie all'«incompetenza» di alti ufficiali e funzionari dello Stato «prima, durante e dopo la battaglia», si legge nel rapporto che menziona ex primo ministro e attuale vice presidente Nouri al-Maliki tra i responsabili di questa debacle. «Coloro che sono stati informati dello stato della sicurezza nella provincia sapeva cosa (...) sarebbe sicuramente accaduto», si sostiene nella relazione redatta da una commissione parlamentare ed inviata alla magistratura per un possibile processo a carico dei responabili. «Tutte le informazioni lo indicavano chiaramente», e «l'unica sorpresa è stata la velocità con cui le unità militari sono state disintegrate», si afferma nel documento prima di attaccare i generali: «Lo scarso rendimento dei comandanti (...) ha ridotto l'ultima speranza di resistenza in città. Questi comandanti hanno fatto gravi errori che accelerarono il crollo» dell'esercito.

Responsabilità del premier 
Quindi si passa alle responsabilità del premier in carica dell'epoca dei fatti: Nouri al Maliki, allora anche comandante in capo delle forze armate, non poteva avere una valutazione precisa del pericolo perché si era basato su «informazioni false che non ha controllato, e ha lasciato ai comandanti la condotta delle operazioni», come è scritto nel rapporto. Insomma, per la Commissione l'ex premier sciita al Maliki ha scelto comandanti «incompetenti con i quali ogni tipo di corruzione potrebbe essere praticata».

Complotto
Proprio ieri, al Maliki, ha giudicato «senza valore» il rapporto del parlamento che accolla a lui e a persone di sua fiducia la caduta della città. «Non c'è alcun valore nei risultati emersi sulla caduta di Mosul dalla commissione di inchiesta parlamentare, che era dominata da contrasti politici e mancava di obiettività», ha accusato al Maliki con un post sulla sua pagina Facebook. «Ciò che è accaduto a Mosul è stato un complotto pianificato ad Ankara, poi il complotto si è trasferito a Erbil», ha aggiunto al Maliki in un secondo post, alludendo alle capitali della Turchia e della regione autonoma del Kurdistan iracheno. L'Isis dopo aver conquistato Mosul nel giugno del 2014, ha messo le mani su un terzo del Paese in un'offensiva che ha sbaragliato le forze di sicurezza locali.