26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Morte 114 persone, centinaia di feriti

Esplosione Tianjin, proprietari dei materiali incriminati avevano prestanome

I proprietari del deposito di materiali pericolosi esploso a Tianjin, in Cina, hanno nascosto le loro azioni nella compagnia attraverso amici che hanno fatto da prestanome

PECHINO (askanews) - I proprietari del deposito di materiali pericolosi esploso a Tianjin, in Cina, hanno nascosto le loro azioni nella compagnia attraverso amici che hanno fatto da prestanome. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, nell'ambito dell'inchiesta per la deflagrazione che ha provocato 114 morti, centinaia di feriti e una contaminazione da prodotti nocivi ancora non completamente valutata.

Sospettati
L'agenzia cinese ha avuto accesso ad alcuni dei sospettati fermati in seguito all'esplosione. Dong Shexua, 34 anni, figlio dell'ex capo della polizia del porto, possiede il 45 per cento della Rui Hai, attraverso un suo vecchio compagno di scuola. Il resto è nelle mani di Yu Xuewei, un ex manager della compagnia chimica statale Sinochem, attraverso un prestanome. «Ho fatto nascondere a un mio compagno di scuola le azioni a causa di mio padre», ha detto all'agenzia di stampa ufficiale Dong. «Se la notizia del mio investimento in affari fosse stata diffusa, avrebbe avuto una cattiva influenza».

Cianuro
Circa 700 tonnellate di cianuro di sodio, altamente tossico, erano stoccate nel deposito, hanno detto i funzionari cinesi. Dong ha ammesso di aver utilizzato i suoi collegamenti nella polizia e tra i pompieri per ottenere i necessari permessi e passare le ispezioni. «I miei collegamenti sono nella polizia e tra i pompieri. Quando avevamo bisogno di un'ispezione per antincendio, io andavo a incontrare i funzionari presso i pompieri di Tianjin. Io ho dato loro la documentazione e immediatamente mi hanno dato il via libera», ha detto Dong alla Xinhua. Yu ha ammesso che c'erano anche problemi sulle licenze per trattare quei materiali: per nove mesi fino a giugno il deposito ha operato senza. «Dopo che la prima licenza è scaduta, abbiamo chiesto un'estensione. Non abbiamo interrotto le operazioni perché non pensavamo che fosse un problema. Molte altre compagnie continuano a lavorare senza licenza», ha detto Yu. Secondo i media cinesi, la Rui Hai non avrebbe rispettato le norme di sicurezza. Il deposito si trovava a ridosso di una stazione ferroviaria e di zone residenziali.