19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Decine di cause legali attendono il presidente

La guerra di Obama al carbone sarà irta di ostacoli

Stati e colossi del carbone contro la nuova legge del presidente, una lunga fila di stati (già sei governatori si sono apertamente opposti alle regole che oggi Barack Obama si prepara a firmare) e di colossi industriali dell'energia affronteranno di petto la questione

NEW YORK (askanews) - Quello che è stato definito come il più importante atto di un presidente americano per fermare i cambiamenti climatici e il surriscaldamento del pianeta, potrebbe dovere affrontare uno tsunami di cause legali. Una lunga fila di stati (già sei governatori si sono apertamente opposti alle regole che oggi Barack Obama si prepara a firmare) e di colossi industriali dell'energia affronteranno di petto la questione.

Nuove energie
Infatti il Clean Power Plan sosterrà le nuove energie, solare e eolica, cercando di portare gli Stati Uniti a diminuire drasticamente l'uso del carbone. Proprio su questo punto l'industria del carbone ha fatto sapere che si prepara a presentare azioni legali contro il piano del presidente. E ancora diversi candidati repubblicani dovrebbero andare contro alle nuove regole, sostenendo che faranno dei danni all'economia americana. Non solo. La Natural Gas Alliance, un associazione che riunisce i produttori di gas Usa, ha detto di essere «delusa e scoraggiata» dall'azione della Casa Bianca. Secondo quanto scritto dal New York Times, gli esperti credono che nelle prossime settimane almeno 25 stati Usa (la metà di quelli dell'unione) si uniranno per presentare una causa contro la legge del governo. Cosa che potrebbe portare il problema direttamente davanti alla Corte suprema.

Guerra contro il carbone
Alla guida del gruppo di stati ci saranno il Wyoming e la West Virginia, la cui economia dipende profondamente dall'industria del carbone. Le emissioni degli impianti energetici a carbone rappresentano la principale forma di inquinamento: i legali che si opporranno alla decisione di Obama hanno definito il piano «una guerra contro il carbone». In questa guerra gli oppositori sostengono che l'adeguamento alle nuove norme costerà miliardi di dollari e che farà crescere le bollette delle famiglie americane. L'amministrazione Obama invece crede che la rivoluzione verde farà abbassare i costi di circa 85 dollari all'anno a famiglia e porterà una serie di benefici alla salute dei cittadini Usa, diminuendo i casi di asma e le malattie ai polmoni.

Attacchi di parte
All'interno di questo quadro tuttavia Environmental Protection Agency (Epa), l'agenzia federale che si occupa di questioni ambientali, ha detto di avere forti elementi dalla sua parte per poter difendere il piano dai cause legali e attacchi. «Negli ultimi giorni abbiamo visto la stessa stanca messa in scena da parte dei vecchi libretti teatrali mossi da interessi di parte», ha detto il numero uno dell'Epa Gina McCarthy. La parte fondamentale della legge prevede che entro il 2030 gli impianti energetici esistenti dovranno ridurre le emissioni del 32% dai livelli del 2005. Si tratta di un incremento rispetto al 30% proposto nella bozza di legislazione. Le emissioni di CO2 dagli impianti sono scese del 15% dal 2005 al 2013, quindi gli Usa si trovano a metà strada per raggiungere l'obiettivo.