7 settembre 2024
Aggiornato 18:30
Per l'avvocato di un agente era illegale. Ma il procuratore smentisce

Nel mirino il coltello di Freddie Gray

La battaglia legale tra i sei poliziotti arrestati per l'omicidio di Freddie Gray e la procura dello stato si sposta sul coltello, l'arma che ha spinto gli agenti a fermare l'afroamericano. Il legale di uno dei poliziotti ha sostenuto che il coltello nelle mani del giovane non era legale, ma il procuratore ha smentito.

NEW YORK (askanews) - La battaglia legale tra i sei poliziotti arrestati per l'omicidio di Freddie Gray e la procura dello stato si sposta sul coltello, l'arma che ha spinto gli agenti a fermare il 25enne afroamericano. Il legale di uno dei poliziotti - Edward Nero che è accusato di omicidio intenzionale - ha detto che gli agenti hanno agito rispettando la legge e che il coltello nelle mani del giovane non era legale.

L'attenzione sul coltello di Gray
In questo modo hanno smentito di fatto quanto annunciato dal procuratore Marilyn Mosby. Venerdì aveva detto che il fermo di Gray era stato condotto illegalmente, visto che il coltello da lui posseduto non era a serramanico e per questo non vietato dalle leggi del Maryland. Il procuratore dopo le parole del legale ha preferito non commentare, pubblicando una nota in cui ricorda che «le prove raccolte non possono essere rivelate al pubblico [...] prima dell'inizio del processo». Per ora il dipartimento di polizia della città non si è ancora espresso sulla questione e ha deciso di non pubblicare le foto del coltello sequestrato al giovane lo scorso 12 aprile.

45 minuti sul blindato accusando problemi respiratori
Freddie Gray è rimasto sul blindato della polizia per 45 minuti accusando problemi respiratori. Secondo il procuratore nessuno dei poliziotti ha fornito aiuto al giovane che poco prima di arrivare al dipartimento di polizia ha smesso di respirare. È morto il 19 aprile dopo una settimana di ricovero. Dopo giorni di proteste pacifiche, il 27 aprile, dopo il funerale di Gray, ci sono stati scontri tra i manifestanti e la polizia. Cosa che aveva spinto il governatore del Maryland, Larry Hogan, a dichiarare lo stato di emergenza e a mandare l'esercito a Baltimora. Proprio oggi il governatore parlerà della quesitone in una conferenza stampa.