20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Primo ministro: gli americani commisero crimini barbari

Il «patriottismo ardente» del Vietnam, 40 anni dopo

Il Vietnam ha celebrato oggi il 40mo anniversario della caduta di Saigon, allora capitale del Vietnam del Sud alleato degli Stati uniti, con una parata che ha ricordato l'entrata dei carri delle forze comuniste nella città. Il primo ministro ha ricordato l'antico nemico americano, e le barbarie commesse in guerra.

SAIGON (askanews) - Il Vietnam ha celebrato oggi il 40mo anniversario della caduta di Saigon, allora capitale del Vietnam del Sud alleato degli Stati uniti, con una parata che ha ricordato l'entrata dei carri delle forze comuniste nella città.

L'antico nemico americano
Il primo ministro Nguyen Tan Dung ha puntato il dito contro l'antico nemico americano, parlando alla folla riunita davanti al palazzo dell'Indipendenza, preso d'assalto 40 anni fa. «Hanno commesso crimini barbari e innumerevoli. Hanno causato perdite incommensurabili e tanto dolore alla popolazione del nostro paese», ha detto il capo del governo.

Patriottismo ardente
Fu, ha continuato Dung, il «patriottismo ardente» a permettere la vittoria finale, grazie a una "brillante e creativa direzione del partito». Le storiche immagini della caduta di Saigon, con gli elicotteri che si alzavano dalla sede diplomatica americana in fuga, furono un pesante shock per gli Stati uniti.

Milioni di morti 
La guerra del Vietnam ha prodotto milioni di morti dal lato vietnamita, tra i quali tanti civili vittime dei bombardamenti, e 58mila caduti tra i militari statunitensi. Centinaia di migliaia sono stati i feriti, tanti gli intossicati dal cosiddetto «agente orange», un defoliante contenente diossina lanciato dagli americani su ampie parti del paese asiatico.

L'opinione pubblica
Il conflitto produsse, negli Usa, una profonda frattura nell'opinione pubblica, commossa dalle migliaia di GI uccisi o mutilati nella guerra. Le sofferenze dei civili vietnamiti, i crimini come lo sterminio degli abitanti del villaggio di My Lai da parte dei soldati a stelle e strisce, rimasero come una macchia per le forze Usa.

Prima grande sconfitta della superpotenza
La guerra del Vietnam rappresenta, per Washington, la prima grande sconfitta di una superpotenza che si credeva imbattibile. Alla parata di oggi non era presente nessun rappresentante americano, anche se l'ambasciatore Usa dovrebbe assistere a una piccola cerimonia, a Ho Chi Minh City, assieme a un'associazione di veterani. Ho Chi Minh City è il nome che i comunisti diedero a Saigon dopo la sua caduta. La vittoria militare di quarant'anni fa, per l'attuale governo comunista, rappresenta un importante strumento per legittimarsi. Ma la percezione che i vietnamiti hanno della guerra è cambiato negli anni, secondo Tuong Vu, docente di scienze politiche all'Università dell'Oregon. Mentre prima era considerata come una guerra di liberazione e d'unificazione, «oggi tanti vietnamiti vedono la guerra come un avvenimento tragico, nel quale vietnamiti sono stati uccisi da altri vietnamiti: una guerra civile».

Un Paese aperto all'economia di mercato, ma a partito unico
Il Vietnam di oggi è molto diverso da quello del 1975, quello forgiato sull'esempio dell'amatissimo Ho Chi Minh e sulla guida militare del genio strategico del generale Giap. Alla fine degli anni '80 il Vietnam s'è aperto all'economia di mercato, garantendosi un periodo di prosperità in maniera simile a quella della Cina. Questa svolta economica è stata accompagnata da corruzione e da un aumento delle disuguaglianze. Sul piano politico e delle libertà civili, il Vietnam continua a essere uno stato a partito unico, senza alcuna dissidenza tollerata e senza libertà dei media.