20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Quest'anno sulle celebrazioni si allunga l'ombra della crisi ucraina

Russia, putiniani e ultranazionalisti nel giorno dell'Unità nazionale

75mila persone sono intervenute oggi alla marcia organizzata nel giorno dell'Unità nazionale, che ha riunito tra i 3.000 e i 10.000 ultranazionalisti. E la tradizionale corona di fiori deposta da Putin davanti al monumento a Kuzma Minin e Dmitry Pozharsky, quest'anno, si carica di significati in relazione alla crisi ucraina

MOSCA - Circa 75mila persone hanno partecipato alla marcia organizzata a Mosca nel giorno dell'Unità nazionale, la festa che di fatto ha sostituito dal 2005 le celebrazioni per la Rivoluzione d'Ottobre, quest'anno attraversata dal filo rosso dell'idea di «nazione russa» rafforzata dall'annessione della Crimea e dalle rivendicazioni di influenza sull'Est dell'Ucraina. La tradizionale - e temuta - Marcia russa che riunisce da anni il 4 novembre vari gruppi nazionalisti, anche radicali, si è tenuta nel quartiere periferico di Liublino. Il corteo che ha attraversato il centro della capitale russa, invece un enorme striscione con sopra scritto «Noi siamo uniti». Dietro, centinaia e centinaia di bandiere con le insegne di partiti, distretti, organizzazioni, comprese quelle delle regioni secessioniste ucraine di Donetsk e Lugansk. C'era anche la bandiera della Novorossija, che storicamente era l'area a Nord del Mar Nero entrata a far parte dell'impero russo alla fine del 18esimo secolo, termine oggi comunemente usato a Mosca per indicare l'Est dell'Ucraina come zona naturale di proiezione di interesse della Federazione russa.

TANTI GLI SLOGAN CHE HANNO SFILATO - Tra i tanti slogan che hanno accompagnato la marcia del Giorno dell'Unità, un grande cartello ricordava che «l'orso è padrone della taiga», richiamando le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin che di recente ha usato proprio questa espressione parlando della Crimea. Altri striscioni inneggiavano direttamente al leader del Cremlino: «​Putin siamo con te».

ULTRANAZIONALISTI A LUBLINO - Intanto a Liublino, tra 3.000 e 10.000 ultranazionalisti hanno portato in strada la «Marcia russa», di toni ben più radicali: quest'anno, ha riferito il leader del movimento «Russi»​ Dmitri Demushkin, «in connessione alla crisi ucraina è stato deciso di non tenere il concerto» che tradizionalmente chiude l'evento. La polizia ha fermato una decina di persone, apparentemente a scopo cautelativo, perchè avevano il viso coperto da maschere.

L'ECO DELLA CRISI UCRAINA ALLA MANIFESTAZIONE - E, puntuale, il presidente russo ha deposto una corona di fiori davanti al monumento a Kuzma Minin e Dmitry Pozharsky, sulla piazza Rossa, altro gesto che sulla scia della crisi ucraina assume quest'anno una simbologia profonda: si tratta infatti di due statue in bronzo dedicate agli organizzatori di un esercito di volontari che nel 1612 cacciarono i polacchi dal Cremlino, ponendo fine al cosiddetto periodo dei Torbidi. Oggi la Polonia nella narrativa russa sulla crisi ucraina è il Paese più attivo nel contrastare gli interessi russi e nel cercare di realizzare quelli che Mosca considera i piani americani per controllare l'Est europeo.