23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Stati Uniti

La sconfitta di Cantor complica la vita ad Obama

Cantor è uno dei più importanti e influenti personaggi della politica americana, considerato il più probabile successore di John Boehner, attuale speaker della Camera di cui di fatto è il numero due. Pur essendosi opposto più volte alle riforme avanzate dai democratici, Cantor era considerato un interlocutore disponibile al dialogo.

NEW YORK - Il presidente americano Barack Obama è da sempre abituato a non avere alcuna collaborazione da parte dell'opposizione al Congresso, ma l'inattesa sconfitta del leader della maggioranza repubblicana alla Camera, Eric Cantor, alle primarie del suo partito complicherà notevolmente la strada delle riforme. Lo scrive il Wall Street Journal.

Cantor è uno dei più importanti e influenti personaggi della politica americana, considerato il più probabile successore di John Boehner, attuale speaker della Camera di cui di fatto è il numero due. Pur essendosi opposto più volte alle riforme avanzate dai democratici, Cantor era considerato un interlocutore disponibile al dialogo. Ma la sconfitta di ieri contro il «signor nessuno» David Brat, rappresentante dell'ala ultra-conservatrice del Tea Party, diminuisce le speranze per la Casa Bianca di collaborare con i repubblicani, che adesso potrebbero ulteriormente «radicalizzarsi». Una delle prime riforme a saltare - soprattutto ora che Cantor sembra pronto a lasciare il suo incarico - potrebbe essere quella per l'immigrazione, cara ad Obama ma tradizionalmente osteggiata dall'opposizione. 

Ma alcuni conservatori temono la prospettiva di uno scontro frontale, circostanza che l'anno scorso condusse al famigerato «shutdown»: il blocco dell'attività amministrativa.

«Per fortuna non c'è alcun voto sul tetto al debito all'orizzonte», ha dichiarato a Msnbc il repubblicano Peter King facendo riferimento al limite oltre il quale gli Stati Uniti non posso emettere nuovi titoli a debito per finanziare le proprie attività e onorare gli impegni con i creditori. Lo scorso ottobre il default è stato sfiorato grazie a un accordo bipartisan arrivato in extremis.