20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Una rivoluzione nei costumi

Putin vieta il fumo in Russia

Da oggi entra in vigore in Russia la legge anti-fumo «Sulla protezione della salute pubblica dall'esposizione ambientale al fumo di tabacco e le conseguenze del consumo»

MOSCA - Una rivoluzione nei costumi, in un Paese dove tutti fumano. Persino i cartoni animati. Da oggi entra in vigore in Russia la legge anti-fumo «Sulla protezione della salute pubblica dall'esposizione ambientale al fumo di tabacco e le conseguenze del consumo». La norma - una vera svolta secolare nei costumi per la Federazione - è stata firmata dal presidente Vladimir Putin il 25 febbraio. Vieta a partire da oggi di fumare nelle istituzioni educative, presso le organizzazioni sanitarie, di cultura e sport, nei locali governativi, nonché alle fermate degli autobus, nelle stazioni ferroviarie, all'interno di edifici e aeroporti. Negli uffici sarà consentito fumare solo in locali appositamente attrezzati. Inoltre ai produttori di sigarette non sarà consentito di pubblicizzare i propri prodotti e di fare sponsorizzazioni.

Sembra azzardato parlare di svolta storica. Ma forse anche minimizzare il cambio di rotta. Le bionde sono infatti non solo un'abitudine diffusa, ma persino un tratto culturale del Paese. Non a caso ieri il quotidiano Kommersant offriva una galleria di ritratti di esponenti dell'élite, tutti con la sigaretta. E la Russia in effetti ha uno dei più alti tassi di fumo in tutto il mondo, con più di quattro russi su 10 che si definiscono fumatori. Per fare un confronto: in Inghilterra i fumatori sono il 34%, in Brasile superano di poco il 17%. Per quantità totale di sigarette consumate la Russia si trova al quarto posto della classifica mondiale. E un pacchetto costa mediamente un euro.

Sinora i divieti a Mosca sono sempre stati presi alla leggera. Non a caso la vignetta più classica per caratterizzare lo humor russo rappresenta un cartello con scritto «vietato fumare» e sotto due amici che si accendono una «bionda». D'altronde la legge entrata oggi, almeno per il momento, ha una lacuna: non è prevista l'entità delle sanzioni per chi la trasgredisce, dato che per definirle sarà necessario un emendamento del codice amministrativo.

Nella capitale come nella provincia, da decenni bar e ristoranti si trovano spesso avvolti in una nebbia densa di fumo. E anche all'esterno, la situazione non cambia molto. Anzi, nonostante il clima rigido, i russi in periodo sovietico si erano inventati persino delle sigarette che si potevano tenere in mano anche con i guanti spessi a meno 30 gradi. I «papirosi», leggendari non tanto per la qualità del tabacco, ma per il bocchino di cartone che con una serie di mosse veniva schiacciato ed adattato al guanto. Tanto parte della realtà quotidiana da entrare persino in una canzone del «bardo» Vladimir Visotskij.

In realtà persino i disegni animati classici russi e i loro eroi fumano troppo. Il mitico orsetto Cheburashka (già mascotte dei giochi olimpici dell'80) - ma anche la serie «Nu pogodi!» («Aspetta!») e pure il Coccodrillo Ghena - rischiano il divieto in televisione durante il giorno, in base a un'altra bozza di legge. Va detto che in Russia funziona ancora un programma simile allo storico Carosello. Si chiama «Buona notte, ragazzi!» e trasmette i cartoni prima della ninna nanna, verso le 20 di sera locali. Ma certo in questo contesto i lupi, disegnati con la sigaretta in bocca ai tempi dei Soviet, riescono alquanto fuori luogo rispetto alla posizione delle autorità attuali.

Vladimir Putin, salutista convinto, ha più volte redarguito i membri del governo sulle sigarette. «Non possiamo permettere che le aziende del tabacco facciano i soldi a spese della salute dei nostri bambini, rendendoli fumatori a loro volta. E' amorale», ha detto Dmitri Medvedev in un blog video pubblicato sul suo sito web. Il premier ha inoltre aggiunto: «oggi quasi il 60% degli adulti e tutti i bambini, compresi i neonati, sono oggetto di discriminazione da parte dei fumatori, perché sono costretti a inalare fumi tossici di sigaretta, anche se non hanno scelto di essere fumatori». Insomma, bionde addio.