29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Iniziativa Minder, critiche da Parlamento, governo e industria

Gli svizzeri votano oggi sulle «remunerazioni eccessive» dei manager

Il referendum prevede il rafforzamento i diritti degli azionisti di impedire il versamento di stipendi e bonus eccessivamente elevati: se dovesse essere approvato la Svizzera si doterebbe del diritto societario «più rigido del mondo», secondo quanto sostengono gli oppositori

GINEVRA - Gli svizzeri votano oggi sulle «remunerazioni eccessive» dei manager, dopo la raccolta delle centomila firme prevista dalla legge sui referendum di iniziativa popolare.

Il referendum prevede il rafforzamento i diritti degli azionisti di impedire il versamento di stipendi e bonus eccessivamente elevati: se - come indicano i sondaggi - dovesse essere approvato la Svizzera si doterebbe del diritto societario «più rigido del mondo», secondo quanto sostengono gli oppositori.

Il testo del quesito - battezzato «Iniziativa Minder», dal nome del principale proponente, Thomas Minder - non riguarda che le società quotate in Borsa e prevede anche il divieto delle buonouscite o dei bonus di entrata («golden hello» e «golden goodbye») oltre che i bonus previsti nei contratti di vendita o acquisizione di una società; il mancato rispetto del divieto verrebbe punito con il carcere a un'ammenda pari a sei anni di salario.

Il referendum è stato ostacolato dal governo elvetico, dai partiti, dalla confindustria e persino da alcuni sindacati, preoccupati dalla possibile ricaduta sull'occupazione: l'esecutivo ha presentato un progetto alternativo, meno riformatore, ma che a suo dire «non mette a rischio il successo economico del Paese» e che si applicherebbe a tutte le società anonime, non solo quelle quotate in Borsa.

Minder aveva lanciato la sua proposta nel 2006 e sono stati necessari sette anni per procedere dopo che il Parlamento aveva fatto di tutto per cercare di opporsi: in caso di approvazione, per l'applicazione sarà necessario attendere almeno un anno, il tempo necessario per la redazione e approvazione del relativo progetto di legge; se il referendum venisse bocciato, sarà la riforma alternativa proposta dal governo ad entrare direttamente in vigore.