17 morti in Pakistan per le proteste contro il film anti-Islam
Il Pakistan è stato il principale focolaio musulmano delle manifestazioni, dopo la grande preghiera del venerdì, contro il film «The Innocence of Muslims», girato negli Stati Uniti e diffuso su internet, che ha scatenato la rabbia di tutto il mondo islamico. 4 morti in Libia nella città di Bengasi
ISLAMABAD - Il Pakistan è stato il principale focolaio musulmano delle manifestazioni, dopo la grande preghiera del venerdì, contro il film «The Innocence of Muslims», girato negli Stati Uniti e diffuso su internet, che ha scatenato la rabbia di tutto il mondo islamico. Mobilitazione scatenata da decine di migliaia di persone e che è degenerata in violenze che hanno provocato diciassette morti e più di duecento feriti.
Negli altri Paesi musulmani, le proteste anti-americane o anti-francesi, a seguito della pubblicazione delle nuove vignette di Maometto in Francia, sono rimaste circoscritte e si sono svolte pacificamente dopo la grande preghiera.
4 I MORTI A BENGASI - Al contrario nella città libica di Bengasi, un corteo di varie centinaia di salafiti ha provocato una «contro-manifestazione» a cui hanno aderito decine di migliaia di persone, per protestare contro la presenza delle milizie armate in città, dove l'ambasciatore americano in Libia e altri tre funzionari sono stati uccisi l'11 settembre, durante le prime proteste contro «L'innocenza dei musulmani».
COMBATTIMENTI TRA MANIFESTANTI E MILITARI - Centinaia di manifestanti hanno cacciato il gruppo salafita di Ansar el Sharia dalla caserma che occupava nel centro della città e dato alle fiamme l'edificio. Successivamente, quattro persone sono state uccise e quaranta ferite nei combattimenti tra i manifestanti armati e una brigata formata da islamisti ma alle dipendenze del ministero della Difesa, secondo fonti ospedaliere.
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