Barcellona in marcia per l'indipendenza dalla Catalogna
Sono un milione e mezzo i manifestanti che, secondo la polizia, hanno inondato oggi Barcellona per reclamare l'indipendenza della Catalogna, accusando il governo centrale di trascinare la regione, motore economico della Spagna, nella spirale della crisi. La folla, che ha superato tutte le previsioni della vigilia, ha sfilato sotto lo slogan di «Catalogna, un nuovo stato d'Europa»
BARCELLONA - Centinaia di migliaia di persone - un milione e mezzo secondo i dati diffusi dalla polizia - hanno inondato oggi Barcellona nella maggiore manifestazione per l'indipendenza della Catalogna dalla Spagna degli ultimi decenni.
La folla, che ha superato tutte le previsioni della vigilia, ha sfilato sotto lo slogan di «Catalogna, un nuovo stato d'Europa»: gli organizzatori hanno dovuto limitare il percorso per motivi di ordine pubblico, trasformando il corteo in una enorme concentrazione. Migliaia di bandiere a strisce gialle e rosse, i colori della regione e dell'antica corona di Aragona, hanno colorato il centro della metropoli mediterranea: gran parte del quartiere 'Eixample', fra Plaça de Catalunya, l'Avinguda Diagonal e il Paseig de Gracia è stato invaso dai manifestanti. L'affluenza, secondo i media spagnoli, è paragonabile solo alle manifestazioni moltitudinarie per l'autonomia tenutesi negli anni '70 dopo la fine del regime franchista, ed appare fomentata dalla crisi economica. Secondo le stime della Guardia Civil, che a differenza della polizia non è controllata dal governo regionale ma da quello centrale, i manifestanti sarebbero 600.000.
«Siamo esultanti, felici, è un giorno di gioia per tutto il paese e vogliamo ringraziare tutto il popolo della Catalogna perché ha risposto magnificamente», ha dichiarato la presidente della piattaforma organizzatrice Asamblea Nacional Catalana, Carme Forcadell. La manifestazione, convocata dalla società civile nel giorno simbolico della 'festa nazionale' della Catalogna (anniversario della caduta di Barcellona nelle mani delle truppe borboniche nel 1714) ha visto aderire tutti i partiti politici di area nazionalista-indipendentista, seppure con sfumature diverse: i nazionalisti moderati al governo nella regione, che è il motore economico della Spagna di cui rappresenta un quinto del pil, hanno appoggiato la protesta, sperando di poterla usare come argomento politico nell'eterno braccio di ferro con il governo centrale di Madrid sugli ingenti trasferimenti fiscali verso le altre regioni spagnole.
Quest'anno il negoziato fiscale tra la Generalitat (l'esecutivo regionale catalano) e il governo centrale spagnolo sta raggiungendo livelli di tensione e drammaticità inediti a causa della crisi economica che ha colpito la Spagna: Barcellona, sotto pressione per ripagare le sue emissioni di debito giunte a scadenza, si è vista costretta a chiedere aiuti per 5 miliardi di euro al governo centrale, ma teme che questi siano condizionati a nuovi tagli di servizi e politiche regionali che finirebbero per minare l'autonomia catalana, da sempre invisa a Madrid.
LA LINGUA CATALANA - La Catalogna ha da sempre una forte identità storica e culturale che si esprime soprattutto nella lingua catalana, diversa dallo spagnolo 'castigliano' e ampiamente diffusa. La regione non ha potere di riscossione - riservato allo Stato centrale - ma ha invece grande autonomia di spesa, un cocktail che si è rivelato economicamente e politicamente insostenibile negli ultimi anni: la crisi ha già costretto il governo di Barcellona a numerosi tagli soprattutto nei settori della sanità e dell'istruzione, mentre la Catalogna continua a trasferire circa il 10% del suo reddito verso il resto della Spagna, con un deficit fra quanto dà e quanto riceve di 16 miliardi di euro.
«Se non c'è accordo sul fronte economico, sapete che la strada della Catalogna verso la libertà è aperta», ha avvertito oggi il 'governatore' regionale Artur Mas, della formazione nazionalista moderata di centro-destra 'Convergencia i Uniò' (CiU), di cui una corrente è ormai apertamente simpatizzante per l'indipendenza. Secondo un sondaggio del quotidiano catalano La Vanguardia pubblicato a luglio, oggi il 51,1% dei catalani voterebbe per l'indipendenza, contro il 36% del 2001: cifre che hanno costretto anche il Partito socialista catalano (Psc), emanazione locale del Psoe, ad aprire un dibattito sull'indipendenza. Diversi esponenti del Psc oggi hanno sfilato insieme ai manifestanti.
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