Texas, oggi l'esecuzione capitale di un ritardato mentale
Per ora l'esecuzione resta confermata, ma anche Amnesty International, che sta seguendo il caso, ha lanciato un appello online per fermarla
NEW YORK - Mentre in diversi Stati americani si valuta l'abolizione della pena di morte, il Texas intende infliggere un'iniezione letale a un uomo con ritardi mentali, il cui quoziente intellettivo raggiunge appena i 61 punti. Marvin Wilsons, 54 anni, condannato per aver ucciso un informatore della polizia nel 1992, potrebbe essere giustiziato oggi, sebbene la Corte Suprema degli Stati Uniti abbia bandito le esecuzioni capitali in caso di disabilità mentale. L'avvocato di Wilsons non ha perso le speranze e ha richiesto al governatore del Texas, il repubblicano Rick Perry, la commutazione della condanna in nome dell'ottavo emendamento della Costituzione americana, che proibisce le punizioni eccessive. Per ora l'esecuzione resta confermata, ma anche Amnesty International, che sta seguendo il caso, ha lanciato un appello online per fermarla.
«SCAVALCATA» LA CORTE SUPREMA - Il Texas, che conta il maggior numero di esecuzioni capitali in America, circa un terzo di quelle compiute ogni anno, ha scavalcato quanto ordinato dalla Corte Suprema stabilendo un sistema arbitrario per valutare il grado di ritardo mentale dei detenuti. Come spiega il Guardian, la corte criminale del Texas ha infatti formulato sette criteri per determinare se il condannato disabile merita comunque di entrare nel braccio della morte. Tali criteri, precisa il quotidiano inglese, si fondano su basi letterarie piuttosto che scientifiche, essendo dichiaratamente ispirati a Lennie Small, uno dei due protagonisti del romanzo 'Uomini e topi' di John Steinbeck.
DUBBI SUL PROCESSO - A rendere ancora più discutibile la condanna a morte di Wilson è la dinamica del suo processo. Secondo quanto riportato dall'Huffington Post, l'uomo, che spacciava cocaina, fu arrestato insieme a un complice, Terry Lewis, per la morte di Jerry Williams, l'informatore che lo aveva denunciato alla polizia. La discriminante che ha messo Wilson nel braccio della morte, risparmiando Lewis, è stata la testimonianza della moglie del complice. La donna avrebbe infatti dichiarato in tribunale che Wilson le avrebbe confessato di essere stato l'autore diretto dell'assassinio, contrariamente a quanto sostenuto dallo stesso imputato.