28 agosto 2025
Aggiornato 10:30
La conferma del presidente nigerino

Libia, Saadi Gheddafi è in Niger

Il Presidente Issoufou: «Concesso l'asilo politico. Ma non sappiamo dove si trovi Saif al Islam». Intanto la Ashton apre nuova rappresentanza UE a Tripoli. Scontri tra fazioni armate a ovest di Tripoli: tre morti

TRIPOLI - Il Niger ha deciso di garantire asilo politico per ragioni umanitarie a Saadi Gheddafi, uno dei figli dell'ex leader libico Muammar, ucciso nel suo paese lo scorso 20 ottobre. Lo ha confermato ieri il presidente nigerino, Mahmadou Issoufou, precisando invece di non essere a conoscenza della presenza nel suo paese di un altro figlio del colonnello, Saif al Islam.
«Abbiamo accordato asilo a Saadi Gheddafi per ragioni umanitarie», ha spiegato durante una visita a Pretoria, in Sudafrica. «Non sappiamo invece dove sia Saif, ma se fosse in Niger, sapete già qual'è la nostra posizione», ha aggiunto, secondo quanto riferisce oggi il Guardian.
Il Niger è uno dei paesi firmatari dello statuto della Corte penale internazionale, che ha spiccato un mandato di cattura contro Saif al Islam. Ma Issoufou si è sempre rifiutato di offrire garanzie sulla consegna del figlio dell'ex leader libico nel caso in cui fosse stato individuato nel suo paese.

La Ashton apre nuova rappresentanza UE a Tripoli - Il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, aprirà oggi una nuova rappresentanza dell'Unione europea a Tripoli e, nell'occasione, avrà anche una serie di incontri con la leadership del Consiglio nazionale di transizione libico. «L'apertura di una rappresentanza dell'Ue a Tripoli traduce l'impegno dell'Unione europea a intrattenere strette relazioni con il popolo libico, tanto durante il periodo di transizione politica, che a lungo termine», ha detto Ashton in una dichiarazione trasmessa alla stampa.
Durante la sua permanenza nella capitale libica, Ashton incontrerà il capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Mustafa Abdel Jalil e il nuovo primo ministro Abdel Rahim al Kib e parteciperà a un forum sui diritti delle donne in Libia.
Questa visita è destinata a «sottolineare il sostegno dell'Unione europea agli sforzi del popolo libico per costruire una nuova Libia, basata su uno Stato di diritto, la democrazia e i diritti umani», ha sottolineato ancora il capo della diplomazia europea.

Scontri tra fazioni armate a ovest di Tripoli: tre morti - Tre combattenti sono rimasti uccisi oggi in scontri con un'altra fazione armata nella regione di Al Maya, 27 chilometri a ovest di Tripoli. Stando a quanto ha riferito un funzionario locale, le tre vittime, appartenenti alle brigate armate della città di Zawiya, sono state uccise da una fazione armata della vicina regione di Warchafana.
Secondo la fonte, gli scontri sono scoppiati dopo che membri della tribù del Warchafana hanno eretto dei posto di blocco lungo la strada per Zawiya, impedendo agli abitanti della città di passare ed eseguendo circa 15 arresti. Combattenti di Zawiya «hanno provato a prendere il controllo della situazione, ma gli Warchafana gli hanno sparato contro» uccidendo tre combattenti, ha aggiunto.
Le tensioni tra fazioni armate alimentano il timore di una guerra civile in Libia, tanto che le nuove autorità libiche si sono poste come primo obiettivo il disarmo delle milizie e il loro inquadramento in un esercito nazionale.