Afghanistan, 60 talebani uccisi in un attacco a Paktika
L'Isaf ha confermato di aver sventato un attacco contro uno dei suoi avamposti della provincia orientale. Soldato britannico ucciso nel sud, è la 385sima vittima dal 2001. Amnesty: L'appello del mullah Omar sui civili è ipocrita
KABUL - Circa sessanta talebani sono stati uccisi ieri sera in un attacco sferrato senza successo da un «consistente gruppo» di insorti contro un avamposto della forza della Nato in Afghanistan (Isaf) nell'est del Paese, vicino alla frontiera con il Pakistan. Lo ha indicato un responsabile locale.
L'Isaf ha confermato di aver sventato un attacco contro uno dei suoi avamposti della provincia orientale di Paktika, ma non ha precisato quanti insorti fossero stati uccisi. Mokhlis Afghan, un portavoce del governatore di Paktika, ha affermato che «tra i 60 e i 70 insorti talebani sono stati uccisi la notte precedente» nel distretto di Barmal, alla frontiera con il Pakistan, dati impossibili verificare. «Un consistente gruppo di insorti voleva attaccare la base congiunta Isaf-esercito afgano nel distretto di Barmal, ma è stato fermato ed è intervenuto un sostegno aereo», ha aggiunto, ritenendo che gli aggressori «venissero probabilmente dall'altro lato della frontiera».
Un portavoce dell'Isaf ha «confermato che una base della coalizione nell'est dell'Afghanistan è stata attaccata dai ribelli», ma non ha confermato i dati avanzati da Afghan. «Aerei della coalizione hanno aiutato le forze di terra a respingere l'attacco e un numero indeterminato di nemici è stato ucciso», ha semplicemente indicato, senza tener conto di vittime in seno alla Nato. Il grosso delle truppe della Nato dispiegate a Paktika è americana.
Soldato britannico ucciso nel sud, è la 385sima vittima dal 2001 - Un soldato britannico è morto nell'esplosione di un ordigno mentre era di pattuglia nel sud dell'Afghanistan. Lo ha annunciato il ministero della Difesa britannico.
La sua morte fa salire a 385 il numero dei militari di Sua Maestà deceduti nel paese centro-asiatico dall'inizio dell'intervento militare nell'ottobre 2001. Si tratta inoltre della 37esima vittima britannica del 2011.
Amnesty: L'appello del mullah Omar sui civili è ipocrita - Il recente appello del mullah Omar, che ha richiesto ai ribelli islamici afgani di limitare il numero di vittime civili, è «ipocrita» e appartiene a un tentativo di «propaganda»: è quanto sostiene oggi l'associazione in difesa dei diritti umani, Amnesty International. In un messaggio inviato in occasione dell'Aid al Adha, la festa musulmana del sacrificio, il leader dei talebani ha invitato tutti i suoi combattenti a «evitare ogni azione che possa coinvolgere» civili.
Questo messaggio «sembra ipocrita e riguarda più la propaganda che la reale protezione dei civili», ha ritenuto Sam Zarifi, il direttore di Amnesty per la regione Asia-Pacifico. «Il comandante dei talebani afferma di volere ridurre al minimo le perdite civili, ma ciò non corrisponde alle azioni del movimento», ha aggiunto l'esponente dell'organizzazione internazionale.
Il mullah Omar, ha rilevato ancora Zafiri, «non ha ordinato di fermare gli omicidi mirati, il ricorso ai kamikaze o alle bombe artigianali nelle aree civili».