26 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Il Cnt ha ufficialmente annunciato la liberazione della Libia

Jalil: La Sharia è la nostra principale fonte del diritto

Il Presidente del Cnt: Tutte le leggi che la contraddicono saranno annullate. Obama si rallegra per una «nuova era di promesse». Rasmussen: La liberazione del Paese è una grande vittoria per il popolo. Fini: Paese a rischio estremismo islamico

TRIPOLI - La «sharia» (la legge coranica) sarà la principale fonte del diritto nella Libia post-Gheddafi. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Abdel Jalil, nel corso della cerimonia per la proclamazione ufficiale della «liberazione del Paese», a Bengasi. «Come nazione musulmana la sharia è alla base della nostra legislazione: tutte le leggi che contraddicono i principi dell'Islam sono annullate», ha detto il numero uno del Cnt, davanti a decine di migliaia di libici in festa.
«Tutti i martiri, i civili e l'esercito attendevano questo momento. Ma sono oramai nel miglior luogo...il paradiso eterno», ha aggiunto Jalil.

Oggi a Bengasi, il Cnt ha ufficialmente annunciato la liberazione della Libia. «Dichiariamo al mondo che abbiamo liberato il nostro Paese, le sue città, i suoi villaggi, le colline, le montagne, i deserti, i cieli», ha dichiarato Abdel Hafez Ghoga, vice presidente del Consiglio nazionale di transizione davanti a una marea di bandiere verdi, nere e rosse. A metà febbraio, proprio a Bengasi, la seconda città della Libia, iniziò la rivolta contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi, ucciso giovedì scorso, nei pressi di Sirte.
Oltre a Jalil, numerosi alti responsabili del Cnt hanno preso parte ai festeggiamenti iniziati con il nuovo inno nazionale libico. La cerimonia per la proclamazione ufficiale della «liberazione» della Libia arriva a tre giorni dalla caduta di Sirte, ultimo bastione delle forze fedeli a Gheddafi.
L'annuncio ufficiale della fine di otto mesi di guerra civile è il punto di partenza di un processo politico che porterà alle elezioni generali entro 20 mesi.

Obama si rallegra per una «nuova era di promesse» - Barack Obama si è rallegrato dell'inizio di una «nuova era di promesse» con la proclamazione della «liberazione» della Libia, auspicando «una riconciliazione nazionale» dopo 40 anni di «una dittatura brutale» e otto mesi di conflitto «omicida».
«Ci rallegriamo di lavorare con il Consiglio nazionale di transizione e con un governo di transizione forte, nel momento in cui si preparano le prime elezioni libere e giuste», scrive il presidente degli Stati Uniti in una dichiarazione, promettendo che gli Usa «aiuteranno a far avanzare una transizione stabile e democratica».

Clinton: Gheddafi rovesciato da libici ordinari - «La rivoluzione libica è stata l'opera dei libici ordinari, coraggiosi che pretendevano libertà e dignità», ha affermato il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton in un comunicato. «Gli Stati Uniti si uniscono al popolo libico nel momento in cui celebrano la liberazione dopo oltre quattro decenni di dittatura brutale di Gheddafi», ha sottolineato Clinton nella nota.

Rasmussen: La liberazione del Paese è una grande vittoria per il popolo - Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha definito una «grande vittoria per il popolo libico» la proclamazione della «liberazione» del Paese dalle nuove autorità.
«Mi rallegro vivamente per l'annuncio fatto dal Consiglio nazionale di transizione secondo cui la Libia è oggi completamente libera. Si tratta di una grande vittoria per il popolo libico», ha dichiarato Rasmussen in un comunicato. «Lancio un appello a tutti i libici a mettere da parte le differenze e a costruire una Libia nuova, senza esclusioni, fondata sulla riconciliazione e il rispetto dei diritti dell'Uomo e dello Stato dei diritti», ha aggiunto il segretario generale.

Farnesina: L'annuncio della liberazione è una vittoria del popolo libico - «L'annuncio della liberazione della Libia rappresenta un punto di svolta nella storia del Paese, una vittoria del popolo libico». Lo afferma in una nota la Farnesina. «Da parte italiana, alla luce di una robusta tradizione storica di vicinanza, amicizia e cooperazione con il popolo libico, vi è forte fiducia che le Autorità di transizione chiamate a guidare la Libia sapranno traghettarla verso una nuova pagina di storia politica, dove tutte le componenti della società libica possano riconoscersi in solide istituzioni democratiche e rappresentative», conclude la nota.

Fini: Paese a rischio estremismo islamico - La situazione in Libia resta «fragile e c'è un forte rischio di una presenza dell'estremismo islamico». E' quanto dichiarato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante la registrazione della trasmissione Che Tempo Che Fa. Secondo Fini, infatti «l'equazione rivoluzione-democrazia non è sempre valida, ci vuole rispetto per l'uomo e per le religioni». Cosa non scontata alla luce del modo in cui è stato giustiziato l'ex rais.
Parlando invece della figura di Gheddafi, Fini ha dichiarato «non l'ho mai incontrato, non mi è mai stato molto simpatico, è un personaggio controverso e contestato. Ha cacciato gli italiani negli anni 70 espropriandoli dalla sera alla mattina, è sospettato di essere uno dei mandanti del terrorismo internazionale». Poi, ha concluso Fini, «è stato riabilitato e forse accolto con troppi onori, anche in Italia». Certo di fronte alle immagini della fine che ha fatto «deve prevalere la pietas, il rispetto per l'uomo anche se è stato un dittatore», ha concluso il presidente della Camera.