Putin gioca la carta del ritorno all'Urss, pensando alle elezioni
XX anniversario della Comunità degli Stati Indipendenti, il Premier russo zittisce il collega ucraino: «Oggi non parliamo di gas». Intanto il partito di Putin è in picchiata: I sondaggi lo danno al 45%
MOSCA - Tra le canzoni dei Beatles preferite da Vladimir Putin c'è «Back in the Ussr» e quella potrebbe essere la colonna sonora di quanto accaduto nella serata a San Pietrobugo, al palazzo di Costantino. I primi ministri si erano riuniti apparentemente solo per la preparazione al XX anniversario della Comunità degli Stati Indipendenti, creata per sostituire l'Unione Sovietica, e invece i lavori si sono protratti a lungo e alla fine 8 delle ex repubbliche sorelle hanno firmato un trattato per il libero scambio. Meglio di quanto era possibile sperare per Mosca. Putin ha fatto di questo disegno - per molti un ritorno all'Urss - la sua bandiera nella prossima corsa al Cremlino. Non tutti i paesi della Csi hanno firmato, ma già nel gruppo ci sono quelli molto significativi: Russia, Ucraina, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Armenia, Moldavia e Tagikistan. Entro la fine dell'anno potrebbero entrare anche Azerbaijan, Uzbekistan, Turkmenistan.
Putin: «L'accordo apre grandi opportunità» - Oggi scrive la Komsomolskaja Pravda, il quotidiano più diffuso in Russia: «Quando il trattato è stato firmato e dopo cena i premier si sono presentati alla stampa alle 10 di sera. Putin era di un umore allegro, e ha detto che l'accordo sulla zona di libero scambio 'dà una nuova configurazione alle relazioni economiche e commerciali nello spazio ex sovietico'». Putin ha sostenuto l'idea che l'accordo apre grandi opportunità. Il primo ministro bielorusso Mikhail Myasnikovich ha ricordato il recente articolo di Putin sull'Unione Eurasiatica. Il primo ministro armeno Sarkisian ha detto che i paesi della Csi al trattato hanno lavorato 20 anni. Il primo ministro ucraino Mykola Azarov non voleva parlare, ma Putin - riporta la gazzetta - ha suggerito che prendesse la parola con un sorriso di avvertimento: «Ma solo su questo documento», forse temendo che Azarov volesse affrontare anche altre questioni di frattura tra Mosca e Kiev, come il gas.
Da notare che ieri l'Unione europea ha rinviato a data da destinarsi la visita del presidente ucraino Viktor Ianukovitch a Bruxelles prevista per giovedì prossimo. Nel corso della visita il presidente ucraino avrebbe dovuto incontrare il presidente permanente della Ue, Herman Van Rompuy, ed il presidente della Commissione, Jose' Manuel Barroso. La decisione della Ue era legata alla condanna inflitta a Yulia Tymoshenko. Mentre sarebbero dovuti continuare i contatti tecnici per l'accordo di associazione con l'Ucraina.
Il Partito di Putin in picchiata: I sondaggi lo danno al 45% - Russia Unita in picchiata. Il partito di Putin, candidato alle legislative di dicembre e attuale movimento di maggioranza assoluta in Parlamento, sta vivendo momenti difficili. E anche se il Centro Nazionale per la Ricerca sull'Opinione Pubblica (VTsIOM) cerca di minimizzare, parlando di «un vantaggio significativo», il risultato dell'ultimo sondaggio denota non semplicemente un calo. Ma una debacle. In una lotta che - come noto - non vede altri rivali, ma è piuttosto contro se stessi.
Secondo un'indagine del 19 ottobre 2011, infatti, per «Russia Unita» è pronto a votare il 45%, per il Partito comunista il 13%, per i nazionalisti del LDPR il 10%, per «Russia Giusta» il 5%. Scompare quindi Pravoe Delo - Giusta Causa, il neopartito che doveva essere guidato dal magnate Mikhail Prokhorov, successivamente defenestrato.
Ma quello che realmente balza all'occhio è il baratro di voti tra quanto dicono i sondaggi per Russia Unita (45%) e il risultato che il potere centrale avrebbe 'ordinato' di raggiungere a dicembre ai funzionari delle singole amministrazioni (65%). Pena il licenziamento. Inoltre, nelle elezioni di quattro anni fa il partito aveva conquistato il 64,3% dei voti.
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